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Ecosistema scuola, Arezzo scende sotto metà classifica. Dati positivi per l'utilizzo di fonti rinnovabili di energia

Quanto sono sicuri gli edifici scolastici aretini? Quanto sono innovativi? E in quale ambiente trascorrono le loro giornate gli studenti? A queste domande risponde il dossier Ecosistema Scuola di Legambiente, giunto alle sua XIX edizione. Si...

Quanto sono sicuri gli edifici scolastici aretini? Quanto sono innovativi? E in quale ambiente trascorrono le loro giornate gli studenti? A queste domande risponde il dossier Ecosistema Scuola di Legambiente, giunto alle sua XIX edizione. Si tratta di un dettagliato studio che fotografa "oltre alla condizioni di sicurezza e le caratteristiche strutturali rilevate anche dall’Anagrafe, anche il tasso di innovazione e gli indicatori di qualità sia dell’edificio che dei servizi scolastici".

L'analisi ha preso in considerazione i dati forniti da 83 Comuni capoluogo di provincia. Tra questi c'è anche Arezzo, che si piazza appena sotto la metà della classifca: 45esima con un punteggio (calcolato sommando tutta una serie di indicatori) pari a 53,03 per cento. Non mancano le ombre che, in termini di graduatorie, emergono con chiarezza se si considera che solo nel 2016 la città era 31esima, già in calo di alcune posizioni rispetto agli anni precedenti.

In cima alla classifica ci sono Bolzano (92,80, tutti gli istituti presentano le certificazioni di agibilità, collaudo statico, prevenzione incendi, agibilità igienico sanitaria e hanno effettuato i monitoraggi per radon e amianto), Trento ( 88,95) e Bergamo (88,68). Fanalini di coda invece sono Latina, Foggia e Messina.

La Toscana

In Toscana la situazione risulta poco omogenea. Ci sono città che si piazzano nella parte alta della graduatoria come Prato (7º), Livorno (13º) e Firenze (18º), altre come Arezzo (45º), Lucca (37º) e Pisa (54º) ssono nella fascia intermedia, e poi Massa (59º) e soprattutto Grosseto (71º) in coda. Siena e Pistoia non partecipano all’indagine, non inviando i dati.

"Il patrimonio immobiliare scolastico di questa regione - si legge nel report - risulta edificato per il 55,3% prima del ’74 (55,3%), anno di entrata in vigore delle norme antisismiche, e per il restante 44,7% post tale data.

L’1,8% del patrimonio edile scolastico (il doppio rispetto al dato nazionale) è stato edificato secondo i principi della bioedilizia. In un territorio toccato da eventi sismici, il 49,8% delle scuole toscane, soprattutto a Livorno, Firenze, Massa e Prato, hanno avuto verifiche di vulnerabilità sismica, rispetto al 32,9% del dato nazionale, sul 41,2% degli edifici sono state effettuate indagini diagnostiche dei solai (in particolare a Firenze, Pisa e Prato) e per il 9% degli edifici sono stati effettuati interventi di messa in sicurezza dei solai nel 2017".

Nonostante siano stati stanziati 55mila 135 euro in media per singolo edificio per la manutenzione straordinaria ma spesi solo €8.754 (tutti i comuni tranne Grosseto investono molto di meno rispetto a quello stanziato), resta il 47,3% degli edifici senza questo tipo di manutenzione. La manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni ha riguardato il 79,4% degli edifici scolastici (per i quali lo stanziamento è stato pari a 32mila 270 con una spesa di 11mila 976 euro).

Rimane ancora indietro la questione certificato di agibilità (52,4% rispetto al 60,4% del dato nazionale), il 71,6% dispone di quello igienico sanitario, in linea al dato nazionale. Le scuole con certificato di prevenzione incendi sono il 48,1%, di idoneità statica 46,7%. Alto il dato sugli impianti elettrici a norma (95,3%) e quello sui requisiti di accessibilità (91,4%).

Discreto l’investimento dei comuni toscani nelle buone pratiche e nei servizi.

Edifici scolastici con biblioteche (37,7%), scuolabus (30,1%). L’83,3% dei Comuni finanzia i progetti educativi delle scuole e quelli rivolti agli under 14. Riguardo la mobilità sostenibile e più sicura, il 77,2% degli edifici ha a disposizione attraversamenti pedonali, l’11,7% transenne parapedonali, il 58,9% aree di sosta per le auto. Inoltre l’8,5% degli edifici è situato in zone a traffico limitato.

I comuni toscani puntano a una refezione scolastica di qualità attraverso mense scolastiche in cui sono serviti pasti biologici e per l’85,7% prodotti a km 0. Attenzione a servire pasti alternativi per motivi culturali e religiosi, nei bandi di appalto per le mense si richiede la stagionalità degli alimenti.

Viene praticata la raccolta differenziata di plastica (nel 87,3% degli edifici scolastici), vetro (83,5%), alluminio (83%), organico (70,1%%) e carta (86%), mentre la raccolta di pile (25,7%) e toner (39,4%) rimane una pratica poco diffusa.

Per quanto riguarda il risparmio energetico, il 92% degli edifici utilizza il neon, il 46,7% altre fonti di illuminazione a basso consumo.

Si distinguono sul fronte delle rinnovabili Prato, Firenze, Arezzo e Pisa.

Il 21,3% utilizza fonti d'energia rinnovabile, di cui solare termico per il 34,6%, il solare fotovoltaico per il 69,2%, inoltre viene utilizzata energia geotermica e biogas per l’1,9% degli edifici (solo a Prato).

Per quanto riguarda la questione inquinamento sia outdoor che indoor, partendo dalla questione amianto, l’87% dei Comuni ha effettuato monitoraggi al riguardo con casi certificati per l'1,6% degli edifici, mentre sono state svolte azioni di bonifica negli ultimi due anni nel 4,9% degli edifici scolastici. Le amministrazioni toscane hanno anche effettuato monitoraggi sulla presenza di radon nelle scuole (14,3%).

Ben il 20,1% degli edifici ha il wifi, ma solo lo 0,2% una rete completamente cablata. Per quanto attiene al rischio outdoor il 10,5% degli edifici è tra 1 e 5 km e il 5,6% a meno di 1 km da strutture militari, il 2,2% a meno di un km da un aeroporto.

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