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E il caso del dormitorio comunale finisce su change.org. Petizione on line e cartacea per l'apertura annuale

Dopo il tentativo di un'apertura annuale chiesta a gran voce dai senza tetto che orbitavano nel territorio aretino nel 2017, con l'iniziativa unica nel suo genere di Trotsky che raccolse le firme a mano tra tutti coloro che vivevano ai margini e...

Dopo il tentativo di un'apertura annuale chiesta a gran voce dai senza tetto che orbitavano nel territorio aretino nel 2017, con l'iniziativa unica nel suo genere di Trotsky che raccolse le firme a mano tra tutti coloro che vivevano ai margini e che cercavano un tetto sotto cui dormire, un anno dopo la storia si ripete, ma con un palcoscenico ancora maggiore. La richiesta dell'apertura annuale del dormitorio comunale è infatti sbarcata su change.org con una petizione on line lanciata dall'associazione di promozione sociale aretina Segni Concreti.

"Pur apprezzando le risorse messe in campo dall’amministrazione comunale, soprattutto il lavoro svolto di concerto con la Caritas per garantire il funzionamento nei mesi invernali di un dormitorio cittadino per i senza fissa dimora, riteniamo che tali risorse siano solo parzialmente adeguate a fronteggiare la situazione. In particolare, riteniamo insufficiente l’apertura del dormitorio, attualmente limitata a soli quattro mesi l’anno. Argomentazioni come un presunto “effetto calamita” e l’eventuale presenza di persone che liberamente scelgono di non usufruire di determinati servizi non possono giustificare, secondo noi, le carenze di questi stessi servizi nel far fronte a un crescente disagio sociale. Purtroppo nemmeno il volontariato, pur diffuso nel nostro territorio grazie alle iniziative di singoli cittadini e organizzazioni di vario tipo, è sufficiente a gestire situazioni che non sono più emergenziali ma strutturali."

La raccolta firme chiede azioni concrete nell'interesse collettivo:

“Decoro”, “sicurezza” e “reinserimento sociale”, che l’amministrazione comunale e l’assessorato alle politiche sociali, scuola, famiglia e politiche sanitarie si prefiggono come obiettivi, passano anche attraverso misure atte a garantire condizioni di vita dignitose agli emarginati. Tali misure, ne siamo fermamente convinti, accrescerebbero il livello di sicurezza sanitaria e sociale della nostra città, salvaguardando la vita e la dignità di tutte le persone che vi dimorano. Tra queste misure non può non essere contemplata la disponibilità costante di un dormitorio cittatino per senza fissa dimora. Oggi, più che mai, il grado di civiltà di una società si misura da come questa tratta gli ultimi, tutti i giorni, a prescindere dalle stagioni politiche e dalle condizioni climatiche. Siamo cittadini che hanno a cuore la loro città e la vivono quotidianamente nelle sue diverse sfaccettature. Tra di noi ci sono persone che lavorano nel sociale e/o si dedicano ad attività di volontariato. Pertanto, non essendo abituati a trattare “con superficialità” o “strumentalizzare” questioni così delicate, ci rivolgiamo alla nostra amministrazione perché riconsideri il prolungamento dell’apertura del dormitorio cittadino per i senza fissa dimora, estendendola a 365 giorni l’anno."

L'associazione fa poi sapere che in questi giorni diffonderà anche la raccolta firme in maniera cartacea per poter essere ancora più capillare e dimostrare all'amministrazione che ci sono tanti cittadini che chiedono condizioni di vita più dignitose per gli emarginati.

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