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"Non saremo il dormitorio del Centro Italia". No all'apertura 365 giorni e sì a percorsi di riabilitazione, la ricetta dell'assessore Tanti

E' per avviare una strategia di contrasto all'emarginazione che il Comune di Arezzo ha scelto di investire 235mila euro in più per dare sostegno alle persone in difficoltà.

"Non vogliamo trasformarci nel dormitorio del Centro Italia e, soprattutto, vogliamo fare in modo da essere davvero di aiuto a quelle persone in difficoltà che vogliono cambiare vita".

E' sul tema del dormitorio che torna a concentrarsi l'attenzione dell'assessore al sociale del Comune di Arezzo Lucia Tanti.
Dal 4 dicembre scorso in piazza San Domenico sono tornate ad aprirsi le porte di quell'angolo che consente l'accoglienza notturna ad un massimo di 24 persone. La struttura, gestita dalla Caritas Diocesana grazie al supporto di volontari, rimarrà aperta sino al mese di aprile ed offrirà un rifugio caldo a tutte quelle persone che non hanno una casa. "Ma come sempre detto - spiega l'assessore - il dormitorio non è la soluzione. Non è la panacea di tutti i mali. Non è la risposta al problema. Ed è per questo che sono convinta che la vera conquista sarà non avere più bisogno di un luogo come quello di piazza San Domenico".

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Un tema particolarmente controverso e che ha generato un dibattito molto acceso in città tanto che nei giorni passati è arrivata sul tavolo dell'amministrazione comunale una petizione con la quale viene richiesta l'aperta del dormitorio tutto l'anno.
Una strategia che ha sempre trovato la contrarietà dell'amministrazione aretina la quale, attraverso l'assessore Tanti, si è sempre dichiarata scarsamente incline.

“Rispondiamo in un duplice modo: prima di tutto ribadendo la contrarietà a una soluzione che equivarrebbe a una sconfitta. Per noi, il dormitorio, seppur disponibili a rivalutarne la tempistica a seconda delle condizioni climatiche, in accordo con Caritas, è una soluzione di emergenza che fornisce alloggio per i mesi invernali, con l’obiettivo, per chi è in difficoltà, di avviare percorsi di reinserimento sociale. In secondo luogo, con una forte presa di coscienza del disagio e della povertà, ai quali facciamo fronte con un’azione concreta. Fornire un alloggio notturno non crea una soluzione perché al mattino, chi usufruisce di questa struttura, torna alla propria disperazione. Non viene inserito in alcun percorso di recupero e reinserimento cosa che invece, personalmente, credo sia fondamentale”.

Ed è proprio per avviare una strategia di contrasto all'emarginazione che il Comune di Arezzo ha scelto di investire 235mila euro in più per dare sostegno alle persone in difficoltà.

"Complessivamente - prosegue l'assessore Tanti - l'investimento è di circa un milione di euro annuo. La cifra è destinata non solo ai senza tetto ma a tutta quella fascia di popolazione che ha forti indigenze. Il Comune ha partecipato con un progetto a un bando della Regione Toscana volto a potenziare gli interventi per il contrasto alla grave povertà, in aggiunta a tutti quelli che già vengono messi in atto. Il progetto, che ha ottenuto un consistente finanziamento, prevede il rafforzamento delle attività rivolte ai senza fissa dimora. Ma la grande novità è costituita dal suo approccio: intendiamo passare dalla gestione dell’emergenza, in particolare nei mesi invernali, ad azioni maggiormente strutturate, fondate sulla presa in carico e il potenziamento delle capacità della persona, fino a una residenza stabile. In particolare, verrà attivato un servizio di segretariato sociale che svolgerà attività di accoglienza e prima analisi dell’utenza, in vista di una presa in carico da parte dei servizi sociali".

Di fatto all'amministrazione ha intenzione di intensificare la presenza delle unità di strada per procedere ad una sorta di censimento anagrafico dei senza tetto. Questo consentirà, secondo le intenzioni del Comune di Arezzo, di ricostruire la storia personale e clinica di coloro che intendono entrare in un progetto di riabilitazione sociale.

"Sono previsti - spiega l'assessore - inoltre l’acquisto di beni di prima necessità per indigenti e senza dimora e l’implementazione delle attività del progetto ‘Arezzo città sicura e coesa’ con azioni di pronto intervento nelle piazze e nei luoghi di aggregazione in modo da consentire agli operatori di avere un contatto diretto anche con le persone più reticenti a rivolgersi al servizio e a chiedere aiuto. Operatori di strada frequenteranno, infatti, le zone dove sono presenti i senza dimora, rileveranno la quantità dell’utenza, contatteranno gli esercizi e le altre attività presenti nelle aree interessate dall’intervento, parteciperanno a incontri con i servizi pubblici e privati, con le forze dell’ordine, prefettura, questura, polizia locale e servizi sociali. Il progetto, quindi, si basa sulla presa in carico totale della persona, in vista di una sistemazione dignitosa in termini di alloggio. Si tratta di un impegno complesso ma che è una delle sfide da vincere nell’anno appena cominciato”.

Secondo i dati dell'amministrazione comunale, attualmente nel territorio aretino si trovano due tipologie di senza fissa dimora: stanziali e non. I primi, circa una 20ina, vivono stabilmente in città mentre gli altri, meno di dieci, vanno e vengono senza una regolarità.
"Non vogliamo coltivare in alcun modo questi ultimi - spiega l'assessore - non siamo assolutamente intenzionati a diventare il dormitorio del Centro Italia. Inoltre, non essendo questa categoria censiti come residenti, non saremo in grado neppure di aiutarli in alcun modo. Sono certa che il dormitorio aperto tutto l'anno sia una scelta troppo riduttiva. Diamo un servizio senza chiedere in cambio niente. Le persone non si sento obligate ad entrare a far parte di percorsi riabilitativi. Questo meccanismo deve essere disincentivato".

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