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Da Cavriglia verso la libertà: aperte le gabbie dello zoo per 6 caprette e il pony

  Per Camillo e Tiberio, Luisa e Costolina, Pongo e Gioia e il cavallino Paco inizia una nuova vita dopo oltre 10 anni in gabbia nel vecchio zoo valdarnese. A darne notizia il gruppo del progetto Io Sto con Bruno che racconta la giornata di...

Per Camillo e Tiberio, Luisa e Costolina, Pongo e Gioia e il cavallino Paco inizia una nuova vita dopo oltre 10 anni in gabbia nel vecchio zoo valdarnese. A darne notizia il gruppo del progetto Io Sto con Bruno che racconta la giornata di oggi

La storia di Bruno, l'orso comunista, come è stato definito dal quotidiano “la Repubblica”, e della chiusura dello zoo di Cavriglia negli ultimi mesi è stata raccontata dalle maggiori testate nazionali. Oggi un nuovo passo viene fatto verso lo smantellamento definitivo dello zoo. Da stamani, infatti, sono in viaggio attraverso la Toscana, e verso la libertà, Camillo e Tiberio, Luisa e Costolina, Pongo, Gioia e Paco, sei caprette e un pony, per oltre dieci anni rinchiusi nelle gabbie dello zoo. “Circa un anno fa – spiega Francesco Cortonesi - , l'amministrazione comunale, in seguito alla pubblicazione sul web delle storie di questi animali fatta dagli attivisti della Leal, con un atto di civilità e sensibilità, ha deciso di smantellare questa struttura nata negli anni settanta”. Alcuni animali – una maialina, dei conigli e degli uccelli - sono già stati liberati grazie al Progetto della Leal “Io sto con Bruno”, dal nome dell'orso rinchiuso a Cavriglia da 39 anni. Oggi è il gran giorno per le caprette e il cavallino, che inizieranno una nuova vita in due rifugi per animali da reddito: “Ippoasi”, la Fattoria della Pace a Marina di Pisa, e “Be Happy” a Grosseto. Camillo, Tiberio e Paco saranno gli ultimi a concludere il viaggio. Dopo la tappa grossetana - dove si fermeranno Pongo, Luisa, Costolina e Gioia - il pony e le due capre saranno accolti dai volontari della Fattoria della Pace nel pisano, dove troveranno la maialina Peppa che prima di loro ha fatto lo stesso viaggio: anche lei rinchiusa per oltre dieci anni nello zoo valdarnese (in una voliera che un tempo teneva prigioniere le aquile), ha iniziato un anno fa la sua seconda vita qui, in un rifugio per animali salvati nella maggior parte dei casi da una morte violenta nei macelli. Un ritorno alla vita, segnato anche dal nuovo nome che i volontari hanno voluto darle: Cara, così è stata chiamata, oggi vive in perfetta armonia con cavalli, caprette, mucche e altri maiali lontana da ogni forma di sfruttamento e reclusione. “Forse non ricorda di essere stata additata da qualche visitatore come un prosciutto mancato – commenta Bruna Monami, responsabile della Leal di Arezzo –. Cara adesso ha amici e si fida degli esseri umani. Cara gioca e poi fa il riposino su un letto di paglia che provvede a sistemare quotidianamente. E adesso arrivano gli altri fortunati. Da ora in poi non più recinti piccoli e voglia di sgambettare, ma un nuovo mondo fatto di grande spazi e dignità recuperata. Un viaggio che inizia in un giorno di primavera e li porta verso un mondo più giusto”.

In questa giornata si compirà quindi un'altra tappa importante per restituire dignità agli animali dello zoo di Cavriglia, in attesa del trasferimento dello struzzo Garibaldi, del bisonte americano Arturo e della colonia di 17 macachi giapponesi, che sarà accolta in un santuario per animali in Belgio, grazie alla disponibilità della Aap, prestigiosa associazione olandese.

Bruno, l'orso siberiano arrivato in regalo al Comune di Cavriglia dall'Unione sovietica alla fine degli anni settanta, ormai simbolo degli animali detenuti ingiustamente negli zoo, non potrà invece essere trasferito: vecchio e malato, finirà i suoi giorni seguito dai volontari della Leal in quello che i media hanno definito “l'ultimo zoo comunista”.

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