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Domenica, 28 Aprile 2024
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Credito di imposta, novità in arrivo. La cautela di Confartigianato

Il segretario Papini: "L’incertezza sulle attività agevolabili e il rischio di incorrere nel reato di credito inesistente frenano le attività di ricerca e sviluppo delle imprese"

In questi giorni il Governo è intervenuto con due norme che introducono novità nell’ambito dei crediti d’imposta percepiti dalle aziende in materia di ricerca e sviluppo: la prima con una proroga al 30 giugno prossimo dei termini di presentazione dell’istanza per il riversamento spontaneo, senza interessi e sanzioni, di quanto usufruito al fine di definire la propria posizione, anche in relazione a possibili contestazioni ed errori; la seconda con la pubblicazione di un DPCM che istituisce l’albo dei soggetti certificatori dei progetti svolti dalle imprese su questo ambito.

“E’ un tema estremamente delicato, ma altrettanto importante – afferma Alessandra Papini, segretario di Confartigianato Imprese Arezzo – perché coinvolge le imprese più dinamiche e che investono in attività ad alto valore aggiunto. Fin dalla sua introduzione, avvenuta con la legge di stabilità 2015, abbiamo trattato questo tema con molta cautela, abbiamo organizzato incontri pubblici con i massimi responsabili di quello che all’epoca era il Ministero dello sviluppo economico, perché sostenevamo che il quadro di riferimento normativo fosse molto lacunoso e che questo poteva rappresentare una minaccia per le imprese, in particolare per le piccole, che su questi temi assai complessi si affidano a consulenti esterni.

Per questo abbiamo salutato con favore l’istituzione dell’Albo dei certificatori avvenuta tramite il Decreto Semplificazioni nel 2022, ma reso concreto solo due giorni fa e che sarà operativo tra qualche mese. Siamo in attesa, infatti, anche della pubblicazione delle linee guida ufficiali da parte del Ministero delle imprese e del Made in Italy, di un documento integrativo che dovrebbe aiutare imprese e certificatori nella corretta applicazione del credito d’imposta. Ma a distanza di 8 anni, nella totale latitanza dell’attuale Mimit, competente sugli aspetti tecnici, una gran parte delle imprese è stata raggiunta da richieste e attività di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, e si è sentita di dover aderire, in via precauzionale, a riversamenti. Ricordo che per importi oltre i 50.000 euro si può incorrere in sanzioni di carattere penale e comunque in contenziosi il cui esito sempre più spesso evidenzia da una parte le lacune normative e, dall’altra, l’assenza di competenza, su alcuni aspetti, dell’Agenzia delle Entrate”.

“Se non possiamo che essere d’accordo che siano sanzionati, anche pesantemente, comportamenti ed azioni fraudolente - conclude Alessandra Papini – è urgente chiarire i confini tra le attività agevolabili e non. E’ necessario che l’imprenditore, ove abbia predisposto tutta la documentazione necessaria, che risulti essere completa e veritiera, non possa venire accusato di aver percepito un credito inesistente: non è corretto equiparare le ipotesi di incertezza valutativa a quelle di veri e propri comportamenti fraudolenti. Agli imprenditori viene richiesto di innovare per rimanere competitivi, di assumersi il rischio di insuccessi, a questo non si può aggiungere il rischio dell’incertezza normativa".

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