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"Così spiego come curarsi a mamme e donne straniere". La storia di Shamima, mediatrice linguistico culturale

Shamima ha 30 anni, è sposata, ha due  figli e il suo paese di origine è il Bangladesh. Parla correntemente inglese, italiano, bengalese, indie e hurdu linguaggio utilizzato dai cittadini provenienti dal Pakistan. Da 12 anni vive ad Arezzo e da...

Shamima ha 30 anni, è sposata, ha due figli e il suo paese di origine è il Bangladesh. Parla correntemente inglese, italiano, bengalese, indie e hurdu linguaggio utilizzato dai cittadini provenienti dal Pakistan.

Da 12 anni vive ad Arezzo e da circa dieci è impiegata presso il consultorio. Il suo lavoro consiste essenzialmente nell’aiutare le donne provenienti da altri paesi a diventare mamme, oppure sceglie il metodo giusto di contraccezione, o ancora risolvere problemi sanitari riguardanti il rapporto di coppia.

Shamima non è un medico ma una mediatrice linguistico culturale ed ha il compito sia di tradurre le indicazioni dei dottori che di farlo utilizzando la strada e il modo giusto creando un ponte tra medico e paziente.

E’ anche grazie al suo lavoro che le distanze tra la cultura sanitaria occidentale e quelle di altri paesi sono state accorciate fin tanto ad arrivare ad un'intesa quasi perfetta.

"Non sono nata in Italia - racconta Shamima - sono arrivata qui per ricongiungermi con mio marito. Cinque anni fa ho avuto il primo figlio e questo, oltre ad avermi cambiato la vita, mi ha permesso di essere ancora più precisa nel mio lavoro. Negli anni ho conosciuto centinaia di mamme provenienti da altri paesi. Abbiamo creato un rapporto di fiducia e siamo riuscite ad abbattere barriere e difficoltà. Un esempio su tutti? Il corretto uso del pronto soccorso. In Bangladesh quando una persona si sente male, anche se ha solamente febbre, si rivolge a quelli che sono i pronto soccorso. Da lì si attivano le procedure personalizzate per risolvere il problema del paziente. Stessa cosa per le donne incinte che utilizzano i ps per qualsiasi loro necessità. E' stato solo creando un rapporto diretto con questa importante fascia di popolazione che siamo riusciti a spiegare come funziona il servizio di assistenza sanitaria italiano".

Il 10,6% della popolazione aretina è composto da cittadini non italiani. 36.559 residenti che hanno necessità e richieste del tutto simili a quelle degli aretini ma che, in molti casi, non sanno come e dove rivolgersi per trovare riscontro.

"E' per questo che il mio lavoro è così importante - spiega Shamima - non solo perché traduco in varie lingue quello che viene detto ai pazienti, nel mio caso donne, ma perché so quale è il modo giusto per farlo".

Il 26% delle utenti dei consultori aretini è composto da donne non italiane. La nazionalità con cui in passato ci sono state più difficoltà dal punto di vista della comunicazione è stata appunto quella del Bangladesh.

"Uno scoglio - spiega Shamima - che abbiamo cercato di superare con la mia presenza poiché essendo originaria di quella terra riesco ad accorciare le distanze tra le due realtà e farmi portavoce delle necessità delle utenti spiegando anche gli obblighi e procedure italiane".

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