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Terapia al plasma, al via lo studio aretino. Il primo donatore è il dottor Sbrana

Il medico si era ammalato a metà marzo: un'esperienza difficile, che gli ha permesso di rivedere la propria esperienza di vita e lavorativa

E' partito anche ad Arezzo uno studio sull'utilizzo del plasma dei guariti per la cura del Coronavirus. Dopo l'annuncio da parte del professor Fabrizio Niglio, in questi giorni c'è stata la prima donazione: è stato il dottor Giovanni Sbrana il primo dei dipendenti della Azienda Sanitaria Toscana sud est ad aderire al progetto.

“Coloro che hanno avuto il Coronavirus e sono guariti possono donare il plasma che sarà utilizzato nei malati. Una terapia antivirale che è sempre più quotata negli ambienti medici e scientifici -spiega Niglio, direttore della Uoc Trasfusionale di Grosseto e coordinatore aziendale del progetto - .Quel plasma, ricco di anticorpi contro il Coronavirus, è congelato a -80° e trattato in uno specifico percorso e poi utilizzato per persone ancora malate”.

Sbrana,  da gennaio vicedirettore del 118 di Arezzo, aveva raccontato alcune settimane fa la sua esperienza con la malattia. In pochi giorni lo scorso aprile si trovo dall'essere medico all'essere paziente. Ha perciò vissuto sulla propria pelle un'esperienza che lo ha scosso nel fisico e nella mente e che lo ha spinto anche a ripensare molti aspetti della vita privata e lavorativa.

"Ho sconfitto il Coronavirus, è stato terribile", il racconto del dottor Sbrana

La storia del contagio

Verso le metà dello scorso marzo, dopo un giorno di autoisolamento, Sbrana fu sottoposto a tampone e risultò positivo, come già lo stesso medico aveva intuito. Come la maggior parte dei casi positivi nella Sud Est, anche Sbrana ha potuto restare a casa in sorveglianza domiciliare in quanto paucisintomatico, ovvero con sintomi lievi, tali da non necessitare assistenza continua e quindi il ricovero.

Dopo un settimana circa, i sintomi erano spariti, ma il tampone di controllo era ancora positivo. Ormai sappiamo che il coronavirus impiega molti giorni a morire. Ma per Sbrana le speranza di guarigione diventa certezza al secondo tampone di controllo, dopo circa 7 giorni diventato negativo.

Oggi insieme ai colleghi della Asl lancia un appello, affinché i guariti facciano come lui e donino il plasma.

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