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Petizione depositata, adesso il Comitato Saione chiede il consiglio comunale aperto

Ecco perché hanno detto no all'atto di indirizzo proposto dai consiglieri Bardelli e Rossi

Il Nuovo Comitato di Saione, dopo 7 mesi dalla chiusura della raccolta firme (totale firme raccolte 724), ha deciso di protocollare la Petizione di Quartiere mantenendo tutti i punti originali firmati dai cittadini. Si conclude così un percorso di due anni che ha voluto portare all’attenzione delle istituzioni alcune delle problematiche del quartiere. L’obiettivo è quello di inquadrarle all’interno di una visione programmatica a lungo termine con proposte di riforma strutturale generate dai residenti e improntate sui bisogni reali del quartiere.

Nello spirito di promuovere una visione complessa del quartiere, la petizione è stata suddivisa in 6 differenti tematiche, ognuna ugualmente importante rispetto a tutte le altre. Esse sono: sicurezza, istituzioni e cittadinanza, integrazione, prevenzione, Parco Pionta e viabilità.

La petizione è composta da un totale di 17 voci

 Il lavoro è stato sviluppato sulla base di un sondaggio che è culminato nella pubblicazione del volume intitolato Insieme per Saione, Vol. 1 che potrete trovare nel sito www.ascoltandosaione.wordpress.com. Nello specifico, alcune delle proposte sono: l’implementazione di un presidio del territorio non violento sviluppato per avvicinare il cittadino alle istituzioni preposte alla sicurezza, come ad esempio la riattivazione della figura del vigile di quartiere; l’attivazione di strumenti di cittadinanza partecipativa, come la creazione di una sala dove i residenti si possano incontrare gratuitamente e una presenza costante e pianificata di consiglieri e rappresentanti comunali per incontri con la cittadinanza; l’attivazione di progetti di inclusione sociale e esaltazione delle differenze per rendere più coesi i residenti che vivono e lavorano nel quartiere; una presenza costante per le strade e negli istituti scolastici di operatori sanitari per intercettare chi fa uso di droghe e per attivare progetti di prevenzione.

Inoltre nella Petizione viene richiesto che il Comune di Arezzo si faccia capofila di un tavolo di coordinamento per il recupero del Parco Pionta e per la valutazione del suo tesoro naturalistico e storico, e viene chiesto infine di ripensare la viabilità del quartiere per accomodare i bisogni di ciclisti e ridurre il traffico che negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente.

Le problematiche del quartiere di Saione non possono essere ridotte solamente a una questione di sicurezza.

Come è stato possibile vedere nei passati tre anni, un approccio che mira alla militarizzazione e alla sorveglianza delle strade è insufficiente perché non affronta il problema alla radice. Senza investire sulle persone, sul patrimonio culturale, sulle infrastrutture e sui servizi, nel lungo termine il luogo si presenterà vulnerabile alle stesse problematiche correnti. Si potrà migliorare la qualità di vita di tutti i residenti del quartiere nel momento in cui si promuoverà il commercio locale, l’ascolto attivo dei bisogni della cittadinanza, si miglioreranno le infrastrutture e si valorizzeranno gli spazi verdi. Tale visione viene implementata a pieno regime nel centro storico che abbonda di iniziative, risorse per il restauro di palazzi, servizi e vigili che a piedi presidiano le strade e intrattengono rapporti con abitanti e commercianti.

Tramite una serie di incontri pubblici e un questionario, il Comitato ha lavorato per dare voce ai residenti e ha prodotto delle proposte. In seguito alla chiusura della raccolta firme è iniziata una fase di discussione della Petizione con le forze politiche di maggioranza e opposizione con il solo e unico obiettivo di preservare l’integrità del documento ed evitare che venissero emendati dei punti durante il Consiglio. Secondo gli amministratori comunali infatti, una petizione senza un dispositivo di delega, non permette ai cittadini firmatari possibilità di replica in caso di emendamenti. L’Amministrazione Comunale, con la mediazione dei Consiglieri Rossi e Bardelli, ha proposto di mettere da parte la Petizione e di lavorare ad un Atto di Indirizzo sviluppato sulla base del testo firmato, con delle modifiche che avrebbero messo il documento maggiormente in linea con il programma politico delle forze di maggioranza.

Il Comitato, grato del lavoro dei consiglieri e dell’amministrazione, ha però deciso di non accettare la proposta per le seguenti ragioni:

• La modifica dei punti 1 (Sicurezza - Sede della Polizia Locale), 3 (Integrazione - Bonus Gratitudine), 7 (Viabilità - doppio senso Zone 30 e sottopasso Via Trasimeno) e 12 (Istituzioni e Cittadinanza - Sala gratuita per i residenti), avrebbe rimosso alcuni degli elementi principali del lavoro e le richieste a un impegno diretto e concreto dell’Amministrazione per migliorare la qualità di vita del quartiere;

• Il percorso di dialogo non ha portato ad un recepimento unanime da parte di tutte le forze politiche per la creazione di un Atto d’Indirizzo condiviso che rispecchiasse il contenuto della Petizione. Nello specifico le forze di opposizione, Pd, Arezzo in Comune e 5 Stelle, hanno deciso di non accettare la proposta di Atto d’Indirizzo condividendo le ragioni espresse nel punto precedente. Dato che il Comitato non ha alcun potere contrattuale ma agisce in questo caso per esporre delle richieste di cambiamenti strutturali per migliorare la qualità di vita dei residenti del quartiere, l’elaborazione di un Atto d’Indirizzo sulla base della petizione sarebbe stata possibile solo ed esclusivamente se il Consiglio Comunale avesse supportato all’unanimità il documento. Dato che così non è stato, abbiamo deciso di protocollare la Petizione come è stata firmata dai cittadini e richiedere che venga svolto un Consiglio Comunale Aperto come richiesto originariamente dalla petizione stessa.

Il Comitato lavora per promuovere una lettura complessa del quartiere e questa petizione è un invito alla classe dirigente, agli organi di stampa e ai cittadini ad affrontare le sue problematiche evitando sensazionalismi, strumentalizzazioni o semplificazioni, ma guardando invece alla radice dei disagi con sincerità e umanità. Solamente in questo modo il quartiere e l’intera città potranno rinascere. 

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