rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Attualità

Comitato Acqua Pubblica: "L'AIT chieda a Nuove Acque di rispettare la legge, poi ricorso alla Corte dei Conti"

E' infuocata la battaglia su più fronti tra il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo e Nuove Acque. Nell'ultima lettera inviata invece dall'Autorità Idrica Toscana, l'ente si porrebbe come mediatore per trovare una soluzione dopo che nei giorni scorsi...

E' infuocata la battaglia su più fronti tra il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo e Nuove Acque. Nell'ultima lettera inviata invece dall'Autorità Idrica Toscana, l'ente si porrebbe come mediatore per trovare una soluzione dopo che nei giorni scorsi numerose famiglie hanno subito il distacco dell'acqua e dello stesso contatore perché avevano aderito alla campagna di obbedienza civile autoriducendosi la tariffa per la quota della remunerazione del capitale investito così come stabilito dall'esito referendario.

"Semmai l'AIT dovrebbe chiedere a Nuove Acque di rispettare la legge - ribadisce il Comitato Acqua Pubblica - non di chiederlo a noi di farlo." Forte dell'esito referendario ed anche della legge che stabilisce un minimo vitale di apporto di acqua garantito alle famiglie, il Comitato e le famiglie obbedienti, vanno avanti nella battaglia ed attendono anche che il giudice si esprima velocemente sull'esposto presentato in forma urgente nei giorni scorsi con l'avvocato Pasquetti, per alcune famiglie che sono da alcuni giorni senza acqua a casa.

Ma non c'è solo questo.

Il Direttore dell’AIT (Autorità Idrica Toscana), Alessandro Mazzei, sostiene, in una lettera che ci ha inviato e che ha reso pubblica, che Nuove Acque e l’AIT agiscono secondo la legge e che quindi le azioni del Comitato Acqua Pubblica tese a far rispettare l’esito referendario del 2011 sono “lesive del corretto rapporto utente-fornitore di un servizio pubblico, nonché dannose per la restante parte dell'utenza, costituita da decine di migliaia di utenti che pagano regolarmente le bollette dei servizi idrici”.

Poi Mazzei ironizza “Può sembrare banale ricordare che una norma, finché non è dichiarata illegittima da parte dell'autorità competente, deve essere applicata.”

Ma se Nuove Acque e AIT rispettano la legge o meno (e ricordiamo che l’esito referendario è un atto avente forza di legge) non lo stabilisce Mazzei e nemmeno Nuove Acque stessa. Lo stabiliscono i giudici: sarà banale ricordarlo ma ciò succede da alcuni secoli nei Paesi del mondo civilizzato. Ma Mazzei e Nuove Acque evidentemente sono rimasti al Medioevo dove i vari signorotti disponevano come volevano dei sudditi.

Secondo il Comitato, l'AIT e Nuove Acque dovrebbero rivolgersi ad un giudice semmai, e non staccare l'acqua:

Quindi se l’AIT e Nuove Acque ritengono che la contestazione di una quota di tariffa effettuata da centinaia e forse migliaia di utenti non sia legittima possono ricorrere, come tutti, al giudice per ottenere quella che secondo loro è giustizia; invece di abusare illegittimamente del loro potere di monopolista chiudendo i contatori e lasciando senza acqua famiglie intere in violazione della 221/2015 che impone ai gestori di garantire un minimo quantitativo vitale di acqua necessario al fabbisogno per sopravvivere, persino ai morosi, figuriamoci agli Obbedienti Civili che morosi non sono.

Questo comportamento dell’AIT e di Nuove Acque potrebbe prefigurare un reato anche alla luce del fatto che ci sono già tre sentenze di tre diversi giudici di pace di Arezzo che su questo tema, non solo hanno dato ragione agli utenti che hanno ricorso ma che hanno persino condannato Nuove Acque alle spese. Ricordiamo inoltre che è tutt’ora pendente un ricorso al TAR Toscana proprio contro l’AIT stessa in materia di rimborsi “farsa” della remunerazione del capitale investito.

Il Comitato racconta poi che nel corso degli anni i giudici hanno dato torto a Nuove Acque su vari fronti:

... ricordiamo che in questi anni le varie supposte autorità di controllo e Nuove Acque stessa sono state ripetutamente e sistematicamente sconfitte dal Comitato Acqua Pubblica davanti ai giudici, spesso anche con condanna alle spese: TAR della Toscana, Consiglio di Stato e Giudici di Pace su molti argomenti diversi: tariffe retroattive (800 mila euro ingiustamente addebitate agli utenti e poi restituite dopo sentenza del Consiglio di Stato), rimborso decennale sulla depurazione non dovuta (anziché rimborso quinquennale come di regola fa Nuove Acque), applicazione della quota fissa, rimborso della quota di depurazione anche nel caso di presenza di un progetto mai realizzato e appunto anche l’addebito della quota di profitto dopo che il referendum del 2011 stravinto dai cittadini l’ha cancellata.

Non esiste nemmeno un caso in cui in un contenzioso con il Comitato Acqua Pubblica un giudice abbia dato ragione a Nuove Acque / AIT.

E c'è una domanda che è rimasta in sospeso, senza riposta:

In merito all’esito di questi contenziosi AIT e Nuove Acque ancora non hanno risposto alla nostra richiesta: chi ha pagato per i ripetuti e sistematici errori nell’applicazione delle leggi? Hanno fatto pagare personalmente ai dirigenti oppure i costi si sono ripartititi ingiustamente su tutti gli utenti?

Siccome – nonostante la non risposta – siamo certi della seconda ipotesi (magari questi dirigenti saranno anche stati premiati), non mancheremo nei prossimi giorni di fare un esposto alla Corte dei Conti al fine di verificare le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. Riteniamo quindi che, più che a noi, l’AIT debba chiedere a Nuove Acque di rispettare la legge vigente ed in primis riallacciare tutti i servizi distaccati.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Comitato Acqua Pubblica: "L'AIT chieda a Nuove Acque di rispettare la legge, poi ricorso alla Corte dei Conti"

ArezzoNotizie è in caricamento