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Il Casentino incontra Ancarano, piccola frazione di Norcia colpita dal terremoto

Un altro pezzo del “puzzle dell’amicizia” iniziato quasi per caso fra Subbiano, Castel Focognano ed Ancarano cinque mesi fa, poco dopo il terribile sisma che mise in ginocchio il Centro Italia, è stato collocato al suo posto in questi giorni...

Un altro pezzo del “puzzle dell’amicizia” iniziato quasi per caso fra Subbiano, Castel Focognano ed Ancarano cinque mesi fa, poco dopo il terribile sisma che mise in ginocchio il Centro Italia, è stato collocato al suo posto in questi giorni.

Domenica 9 aprile l’incontro ad Ancarano, piccola frazione del comune di Norcia, prima in paese e poi a tavola, è servito per iniziare un nuovo capitolo di questo percorso, teso ad unire le tre comunità: un percorso più grande e più bello, forse anche più ambizioso, quello dell’amicizia. Il viaggio è stato organizzato dal Comitato del Carnevale dei Ragazzi di Rassina. All’indomani del terremoto un gruppo eterogeneo di persone, unito dalla volontà di tendere la mano a chi stava vivendo un dramma, grazie all’aiuto di due intere comunità - quelle di Rassina e Subbiano - in pochi giorni riuscì ad organizzare e consegnare un generoso atto di sostegno, soprattutto in rappresentanza di tutte quelle persone che contribuirono con piccoli, grandi doni. “Sì, piccoli grandi doni”, conferma Samuele Cantore, presidente dell’Associazione Carnevale dei Ragazzi di Rassina. “Doni da Amici con la A maiuscola. Come quello del ragazzino che rinunciò alla merendina a scuola per donare ai suoi coetanei più sfortunati i cinque euro corrispondenti, che aveva risparmiato per loro”. Da così lontano l’amicizia rischia di apparire come un quadro senza cornice, tuttavia quel quadro è pieno di contenuti soprattutto perché ricorda a tutti che “si può fare… basta impegnarsi a trovare il modo”. E noi quel modo lo abbiamo trovato”.

“Oggi”, aggiunge il vicepresidente Olinto Giannini, “anche se crediamo di non aver fatto nulla di particolare o nulla che non avrebbe fatto qualsiasi altra persona, vedere negli occhi di quelle persone alle quali cercavamo, un po’ impacciati e un po’ imbarazzati , fino a poco tempo prima, di portare conforto coscienti dei propri limiti, vederci oggi la gioia nel poterci accogliere, nel riempire i nostri piatti, in ogni sguardo o sorriso incrociato, ci fa prendere coscienza di ciò che eravamo e ciò che siamo diventati”. “Noi avevamo promesso di portare solo tanta fame ed allegria”, conclude Simone Marri, un altro degli attivi organizzatori dell’iniziativa. “E la nostra promessa è stata mantenuta. Loro invece ci avevamo promesso “Penne alla Norcina” e tanta allegria, nel segno di un’amicizia profonda che va oltre la solidarietà del momento. E anche in questo caso, promessa mantenuta. Fidatevi, mantenuta alla grande”.

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