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Domenica, 28 Aprile 2024
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Una carriera nell'oreficeria? Piacerebbe a uno studente su quattro

L'indagine di Skuola.net e Federorafi

Lavorare nel settore orafo? Per uno studente italiano su quattro la carriera tra oro e gioielli è accattivante, tanto da da mostrare interesse per una carriera nella ideazione, produzione e vendita di gioielli. E tra loro spiccano tanti aretini.  E' quanto emerge da una indagine portata a termine da Skuola.net e Federorafi. Su un campione di 3.000 alunni di scuole medie e superiori, infatti, oltre 1 su 4 mostra interesse verso un ruolo da protagonisti nella ideazione, produzione e vendita di gioielli.

Il quadro varia in modo sensibile in base ai percorsi formativi che stanno seguendo le ragazze e i ragazzi. Il maggior tasso di predisposizione si registra tra gli studenti degli istituti tecnici dove oltre la metà (52%) non scarta l’idea di un lavoro nel settore orafo. Molto positivo anche il riscontro da parte degli iscritti in istituti professionali, dove il 40% si dice pronto.

Normale, al contrario, che tra i liceali tale prospettiva non sia in cima alla lista delle preferenze: di fatti, solo il 13% al momento vedrebbe di buon grado un inserimento in questo segmento produttivo. Ma il dato medio è comunque confermato tra gli studenti delle scuole medie (favorevole è il 24%), laddove i ragazzi sono tutti assieme, senza essere influenzati dall’indirizzo frequentato. Anche il genere, però, può modificare gli equilibri. I maschi sembrano essere i più interessati (40%) rispetto alle femmine (21%).

Entrando più nello specifico, la fase industriale che sembra stuzzicare di più la fantasia degli studenti per il post diploma è quella preliminare, di ideazione e disegno dei preziosi. Tra quanti si dicono pronti a lavorare in questo settore, ben 2 su 3 vorrebbero proprio “creare” dal nulla gli oggetti. A circa 1 su 5, invece, piacerebbe mettere le mani sui prodotti finali, realizzandoli materialmente.

A tutto marketing

Mentre 1 su 7 si sentirebbe più a proprio agio nella promozione del prodotto, nelle vesti di addetto alle vendite o al marketing. Anche qui, la scuola può avere un influsso determinante, decisamente: i ragazzi dei tecnici scommettono in massa sul design (così per il 76%, +12% rispetto alla media), quelli dei professionali sulla produzione vera e propria (la seleziona il 41%, il doppio del dato generale), quelli dei licei manifestano una maggiore inclinazione per il post-produzione (19%, rispetto a un 14% di media).

Come accedere a questo settore?

Dall'indagine emerge però che studenti e famiglie non conoscono le opportunità professionali e occupazionali offerte da settori a cui alcuni dei percorsi di studi preparano. Soprattutto se, come nel caso del settore orafo-gioielliero, c’è grande domanda da parte delle aziende e disponibilità da parte dei giovani. Ma come accedere a questo settore? "Solo 1 su 10  - spiega Federorafi in un comunicato - sa che le prospettive occupazionali offerte dal mondo del prezioso sono elevate, in quanto oggi le aziende riscontrano difficoltà nel reperire lavoratori. Quasi un terzo degli intervistati (32%), invece, pensa erroneamente che sia difficile trovare opportunità di lavoro in questo settore. Mentre la maggior parte (58%), in assenza di informazioni, immagina che segua l’andamento generale del mercato del lavoro".

Lo stesso si può dire, ad esempio, per la “geografia” del mercato di riferimento. "Solamente 1 su 4 - prosegue Federorafi - è consapevole che l’Italia sia tra le nazioni di riferimento a livello mondiale per l’industria del gioiello; quasi 1 su 5, all’opposto, pensa che non sia un settore così importante per la nostra economia. Così come, in pochi hanno idea di quali siano i distretti produttivi che trainano il comparto. I ragazzi piazzano al vertice le grandi città: prima Milano, seconda Firenze e terza Roma. Quando, invece, la parte del leone la fanno centri dalle dimensioni più contenute: il vero podio, infatti, è composto, nell’ordine, da Arezzo, Vicenza, Alessandria/Valenza, subito a seguire c’è Napoli/Torre del Greco".

“L’indagine che abbiamo condotto conferma le nostre preoccupazioni - afferma Claudia Piaserico, presidente di Confindustria Federorafi- e la necessità di promuovere le professionalità orafe tra i giovani che hanno ancora una scarsa conoscenza delle rilevanti opportunità che offre il comparto, oltretutto per tutte le abilità possibili: da chi è portato per la manualità, a chi è più creativo o patito per l’informatica, per la tecnologia per la stampa 3D o per i nuovi strumenti collegati ai social, al marketing e all’economia circolare. Le scuole per la professione ci sono e sono dislocate non solo nei principali distretti orafi. Per questo con la mia presidenza stiamo lavorando per far avvicinare gli studenti ad un settore che è moderno, al passo con i tempi e che ha bisogno di nuovi talenti per consolidare la propria leadership mondiale”.

Una giornata di orientamento a Vicenza Oro

“Dobbiamo scongiurare - prosegue Piaserico - la desertificazione di un patrimonio di conoscenze e di capacità manifatturiere unico al mondo: il settore orafo-gioielliero-argentiero e del cammeo e del corallo è tra i più internazionali del Made in Italy. Una leadership che è rafforzata da una vetrina come Vicenzaoro, la principale manifestazione internazionale del settore. Che oggi ospiterà, per la prima volta nella sua storia, una giornata di orientamento per gli studenti insieme alle istituzioni locali dei distretti dove il comparto è maggiormente radicato, ovvero Vicenza, Arezzo, Valenza e Napoli/Torre del Greco”, conclude.

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