Bibì e Bibò, la storia delle gattine allattate da una cagnetta. Una di loro investita e salvata dal passaggio di una veterinaria
"Bibì e Bibò nascono il 30 Aprile 2017 nel porticato di casa mia ad Olmo. Sono figli di un'altra gattina di colore nero che l'ASL non ha fatto in tempo a sterilizzare". Inizia così la storia di due gattine che hanno conquistato il cuore degli...
"Bibì e Bibò nascono il 30 Aprile 2017 nel porticato di casa mia ad Olmo. Sono figli di un'altra gattina di colore nero che l'ASL non ha fatto in tempo a sterilizzare". Inizia così la storia di due gattine che hanno conquistato il cuore degli aretini. A raccontarla con parole che arrivano dirette dal cuore è il loro proprietario, Simone Mannelli, con una lunga lettera che vi proponiamo.
Ma perché Bibì e Bibò hanno strappato l'affetto di tanti? Perché la loro storia, benché cominciata meno di un anno fa è stata fin da subito in salita. Perché per la prima volta sono state salvati dal provvidenziale amore di una cagnetta che li ha allattati dopo la morte della mamma e di due fratellini per avvelenamento. Perché una delle due, Bibò, è stata investita e lasciato per strada in fin di vita: ma mentre i proprietari correvano a prenderla, un'auto si è fermata e l'ha portata via. Alla guida c'era una persona dal cuore grande, una veterinaria, che ha fatto di tutto per salvarla e ci è riuscita.
E perché dietro a questa storia ci sono una meravigliosa famiglia, che ama i gatti, e meravigliosi amici che di persona e tramite Facebook si sono prodigati.
Ed ecco la storia di Bibì e Bibò raccontata attraverso le parole della loro famiglia umana:
Casa mia è diventata una piccola colonia e l'unico sistema per controllare la popolazione di gatti è quella di farli sterilizzare, siamo registrati come "gattari".Capita infatti che ogni anno ci sia almeno una cucciolata di mici che diamo in adozione a parenti ed amici oppure a conoscenti anche grazie al gruppo "SEI DI AREZZO SE " Se all'inizio è facile piazzare i cuccioli dopo qualche anno diventa quasi impossibile e di certo non possiamo tenere decine di gatti .
Il problema più grande è la vicinanza alla strada detta "Ristradella", una via parallela alla SR 71 dove la gente ama sfrecciare molto oltre i limiti consentiti. Abbiamo già perso 3 mici investiti da gente che non se ne è neanche accorta ...che è un modo gentile di dire che non si sono neanche fermati per vedere le condizioni del povero animale investito .Torniamo a Bibì e Bibò, nascono in quattro , noi diamo da mangiare alla mamma che però è molto schiva e protettiva , ci limitiamo a farle trovare un comodo rifugio ricavato da un cartone imbottito e del cibo fresco ogni giorno .
Purtroppo un giorno la troviamo sdraiata con i cuccioli sopra, non si muove, è morta.Parte così la corsa per salvare i cuccioli , grazie all'amico Fabio Goti rimediamo un piccolo biberon e con del latte apposito ogni 4 ore diamo da mangiare ai gattini: giorno e chiaramente notte .
Nel frattempo chiediamo aiuto via Facebook e contattiamo i vari veterinari ma è il Week End e non è facile .Risponde all'appello la signora Maura Ignazi che ha una cagnetta che sta allattando. Portiamo quindi i piccoli da lei e per il successivo mese sarà la piccola Luna ad allattare i mici assieme ai suoi quattro cuccioli di cane .
Due non superano la prima settimana, la mamma sembra sia morta per avvelenamento e forse ha trasmesso il veleno anche ai mici .Bibì e Bibò ce la fanno, li riprendiamo che hanno iniziato lo svezzamento, mangiano il cibo per cuccioli e giocano tutto il giorno, sono l'allegria della casa .
Il nome Bibì e Bibò è il nome generico che abbiamo dato a quasi tutti i nostri gatti appena nati , viene da delle strisce/fumetti che leggevo da piccolo e che narravano le divertenti avventure di due fratelli .Arrivata la bella stagione i gatti sono lasciati liberi di giocare in giardino non senza preoccupazione .
Ne abbiamo persi altri investiti lungo la strada ma il gatto è un animale libero non può stare sempre chiuso in casa .Arriviamo senza preoccupazioni ad una sera di metà gennaio , il compleanno di mia figlia Margherita anche lei appassionata di gatti .
Mi telefona mia moglie Simona in lacrime dicendo che Bibo (ha perso l'accento crescendo ) è stata investita ed è lungo la strada , sta parcheggiando per raccoglierla.Io sto tornando a casa , sono le 19.50 circa , quando arrivo in prossimità dell'accaduto cerco con i fari il gatto ma non lo vedo , penso che mia moglie lo abbia già raccolto e le telefono per sapere dov'è dato che a casa non c'è nessuno .
Mi risponde che il gatto è stato portato via da una macchina grigia e che sono partite con mia figlia per tentare di capire chi e perché ha fatto quel gesto .Nel frattempo faccio un post nel gruppo "SEI DI AREZZO SE " chiedendo la restituzione del gatto almeno per seppellirlo .
Parte il tam tam dei contatti con un seguito inaspettato al mio post che però da i suoi frutti : alle 22.00 circa veniamo contattati dalla signora Marta Batti , veterinaria della clinica "Santa Lucia" di Cesa. La sua collega Rossella Benigni è la persona che ha raccolto Bibo che non era morta ma in condizioni molto gravi .Invece di abbandonarla, come ha fatto l'investitore, la signora Benigni si ferma, controlla che il micio sia ancora vivo e rinunciando ad una serata tranquilla si prodiga per salvargli la vita.
La notizia che Bibo è ancora viva ma in pericolo di vita suscita una nuova ondata di contatti su facebook , la gente si appassiona alla storia di questo gatto allattato da un cane e già miracolosamente sopravvissuto .Il tempo passa e gli aggiornamenti sono quotidiani, Bibo passa i primi 2 giorni, si rialza, inizia a mangiare ma qualcosa non funziona: non ci vede ed è molto disorientata,
Passata una settimana la riportiamo a casa avendo cura di seguire tutti i suggerimenti per gli animali non vedenti .Ad oggi possiamo dire che Bibo ce l'ha fatta , gioca e corre come se ci vedesse e solo i gradini delle scale in discesa le sono ancora un po' infidi .
Sua sorella Bibi ci dorme assieme , gli altri gatti prima diffidenti per la loro natura territoriale sembra che abbiano capito l'handicap della loro compagna e non le soffiano o ringhiano contro , si fanno annusare e poi si spostano lasciando Bibo libera di passare o di sdraiarsi per il pisolino rituale.Chiaramente non la lasciamo libera di andare in giardino per paura che finisca per strada ma le volte che ce la mandiamo lei corre e si arrampica negli alberi come se ci vedesse , è solo una questione di prendere confidenza con l'ambiente .
Un grazie di cuore a tutti quelli che si sono interessati e prodigati per questi animali , un ringraziamento davvero speciale alle signore Marta Batti e Rossella Benigni per la generosità e competenza nel soccorrere e prestare le prime cure a Bibo , di sicuro si sono assicurate dei nuovi clienti con questo gesto generoso. Grazie ancora .