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Bando periferie. Ghinelli: "Pronti col piano b, chiederemo mutui per i lavori improrogabili"

"La nostra amministrazione, come ho già avuto modo di sottolineare in altre sedi, era stata tra le più virtuose perché eravamo arrivati da produrre tutti i progetti in fase esecutiva nei tempi che la presidenza del consiglio ci aveva dato e con il tema delle periferie davvero centrato".

"Per il bando periferie stiamo valutando il piano B ovvero, investire risorse proprie in progetti non derogabili".

Parola del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli che, durante l'ultima puntata di Prisma è intervenuto proprio sulla questione legata ai finanziamenti per i lavori pubblici che avrebbero trovato attuazione grazie ai 18 milioni di euro provenienti dalle casse statali.

Alessandro Ghinelli si racconta: la città, la sicurezza e la vita culturale. Prisma

"Quello del Bando Periferie - ha sottolineato Ghinelli - è un argomento drammaticamente noto. Nelle settimane passate ho cercato di dare un contributo sereno ad una vicenda che ha visto una componente politica del Governo determinante che ha voluto recuperare risorse in un capitolo dove c'era una inefficienza di fondo riguardante il fatto che molti Comuni non avevano presentato i progetti entro i tempi previsti e, in alcuni casi mi si dice, anche non centrati sul tema delle periferie degradate. Così è stato dato uno stop per andare a vedere chi era nel merito e chi no.

La nostra amministrazione, come ho già avuto modo di sottolineare in altre sedi, era stata tra le più virtuose perché eravamo arrivati da produrre tutti i progetti in fase esecutiva nei tempi che la presidenza del consiglio ci aveva dato e con il tema delle periferie davvero centrato.

La mia proposta iniziale, che si è concretizzata in una richiesta di emendamento al Milleproroghe, era quella di dividere i comuni in due grandi categorie: quelli che avevano rispettato i criteri e quelli che invece erano in ritardo. Per i primi si sarebbe dovuto far salvo il finanziamento già dal 2018 in modo tale da avere fondi nel 2019 e nel 2020 per gli altri, le risorse sarebbero state rese disponibili via via che fossero state presentate le progettazioni giuste.

Anci aveva sposato questa proposta. Ma circa 3 settimane fa, durante la Conferenza Stato Regioni il punto all'ordine del giorno per eliminare l'incongruenza di tipo costituzionale circa il fatto che una parte di questi progetti era finanziata con delle risorse destinate alle Regioni e che quindi, le Regioni dovevano sbloccare da un punto di vista fattuale, è stato depennato dalla discussione. Antonio Decaro, presidente Anci, ha allora deciso di interrompere i rapporti con il Governo. Conte ci ha assicurato che i fondi saranno post posti al 2020 ma di fatto, il primo passo che doveva essere compiuto è stato disatteso.

Quindi non siamo più in attesa. Pensiamo al piano B. L'amministrazione si sta confrontando su quali sono i lavori che vogliamo portare a compimento e per questi chiederemo dei mutui per far partire i cantieri. Quindi dei 18 milioni di euro che avremmo investito sul territorio dovremmo limare la spesa ad 8".

Nel frattempo il presidente dell'Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro ha rivolto al governo, dopo l'incontro di ieri, un serio invito affinché la situazione possa essere sbloccata sostenendo come sia "arrivato il momento di concretizzare l'impegno. I fondi per le periferie devono essere restituiti. Durante l'incontro abbiamo registrato disponibilità. Tanto che abbiamo discusso della possibilità di finanziare anche quei comuni che non hanno partecipato al bando periferie ma hanno comunque bisogno di investire nelle zone in cui si concentra un maggior rischio per la sicurezza e la qualità della vita dei residenti. Adesso però le parole non bastano più. Noi aspetteremo fino al 18 ottobre, data in cui confidiamo di avere una risposta formale che consenta ai comuni di continuare con i lavori programmati. Fino ad allora resta la rottura delle relazioni istituzionali, inevitabile senza un atto concreto: un'intesa in Unificata o una norma all'interno di un decreto legge, che restituisca ai comuni quelle risorse".

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