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Addio asilo Bucaneve: non ci sono bambini. Koiné: "Un progetto per destinarlo a nuove attività per l'infanzia e per bambini con disabilità"

I termini per le iscrizioni si sono chiusi con una sola manifestazione di interesse. E così la struttura non sarà più un nido aziendale.

Da un lato il calo demografico, dall'altro le rette costose. Così l’asilo nido Bucaneve quest'annpo è rimasto chiuso. Le voci e le risate dei bambini hanno smesso di echeggiare nella struttura situata al Pionta, in viale Cittadini, nei locali della Asl Toscana sud est.

Eppure il servizio è sempre stato eccellente e molto apprezzato dalle famiglie e dai dipendenti della Asl. Ma cosa accadrà adesso? Koiné la cooperativa che lo gestiva ha in programma un nuovo progetto sempre dedicato ai servizi per l'infanzia. 

"La chiusura di un nido è sempre una pessima notizia. Nel caso del Bucaneve lo è ancora di più - commenta Grazia Faltoni, Presidente della cooperativa sociale Koinè. Quello nell'area del Pionta era un servizio nel quale avevamo investito molto, sia in progettazione che in risorse umane arrivando fino al punto di assumerci, come cooperativa, importanti perdite di gestione. E lo avevamo fatto dinanzi alla costante e forte valutazione positiva delle famiglie nei 10 anni di attività".

Il nido, lo scorso anno, aveva dovuto chiudere per carenza d'iscrizioni e quest'anno si è registrata una sola manifestazione d'interesse.

“Un servizio eccellente – commenta Enrico Desideri direttore generale Asl Toscana sud est- quello del nido Bucaneve negli anni molto apprezzato dalle famiglie e anche dai nostri dipendenti. E’ per questo che con opportuna cartellonistica nei luoghi pubblici delle nostre sedi aziendali Asl e nella intranet abbiamo chiesto ai cittadini interessati di mandare una mail. Prendo atto, che alla chiusura delle iscrizioni scolastiche abbiamo avuto una sola richiesta di informazioni. Sono molto dispiaciuto, ma non c’è un numero di iscrizioni minimo che ci consenta di chiedere la riapertura”.

Una sola manifestazione di interesse non permette, ovviamente di tenere aperta una struttura. E così, con amarezza, l'eperienza del Bucaneve si conclude.

Un esito del quale siamo fortemente dispiaciuti ma non sorpresi e che deve indurre tutti ad una riflessione sull'intero sistema dei servizi all'infanzia, soprattutto in questo lunghissimo periodo di crisi economica - sottolinea Paolo Peruzzi, Direttore di Koinè. Lo sviluppo dei nidi 0-3 anni e la permanenza di esperienze di qualità, come Bucaneve, è fortemente condizionata da fattori strutturali, in primo luogo la sostenibilità economica del servizio, che per sua natura ha costi molto elevati".

Le tariffe del Bucaneve, nonostante la cooperativa nel tempo si sia accollata importanti perdite di gestione, sono significativamente più elevate dei nidi comunali e tra le più altre dei nidi privati che applicano contratti di lavoro più bassi di quelli applicati da Koinè.

"Senza un intervento pubblico i servizi alla prima infanzia sono accessibili solo per le famiglie con redditi molto elevati, in un contesto in cui, a seguito del calo demografico, anche i nidi Comunali, spesso registrano “posti vuoti” - afferma Grazia Faltoni. I nidi aziendali, come è stato il Bucaneve, potrebbero costituire una risposta adeguata in una prospettiva di welfare aziendale ma occorrono possibilità che al momento non esistono".

Koinè, comunque, non demorde: "la struttura nel parco del Pionta potrà essere presto dedicata allo sviluppo di nuove attività per l’infanzia, come la creazione di laboratori per bambini con disabilità, una nuova offerta di servizi di cui le famiglie avvertono uno straordinario bisogno. Koinè, di concerto con le associazioni dei genitori, presenterà tra poco all'Azienda USL un percorso di lavoro con questa finalità".

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