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Artisti in corsia. Il Liceo Artistico dona delle opere alla Radiologia di Arezzo

Arte e medicina, un connubio ormai sempre più consolidato a livello scientifico-terapeutico, a fondamento di un progetto fortemente sostenuto dal Calcit, che da alcuni anni impegna gli studenti del Liceo artistico aretino Piero della Francesca...

Arte e medicina, un connubio ormai sempre più consolidato a livello scientifico-terapeutico, a fondamento di un progetto fortemente sostenuto dal Calcit, che da alcuni anni impegna gli studenti del Liceo artistico aretino Piero della Francesca nella realizzazione di opere destinate ad arricchire alcuni reparti della Asl8.

I primi quadri furono donati al Centro Oncologico, poi alla Medicina Nucleare, alla nuova Oncologia e stamattina 40 tele dai colori sgargianti sono state consegnate al direttore del reparto di Radioterapia del San Donato di Arezzo, Luciana Lastrucci.

“La nostra missione è quella di mettere a frutto la bravura e la genialità artistica dei nostri allievi per colorare l’ambiente che ci circonda”, afferma Luciano Tagliaferri, Preside del liceo, “ed è un’importante occasione di formazione per i nostri studenti. Realizzare un dipinto con la consapevolezza che il paziente che attende di essere sottoposto a trattamento radioterapico, potrà immergersi nei suoi colori e viaggiare con la fantasia è una grande soddisfazione”.

“Sono in media 70 i pazienti che ogni giorno sono sottoposti a seduta radioterapica - spiega Luciana Lastrucci - e trovarsi in un ambiente caldo e accogliente rappresenta un valido supporto dal punto di vista psicologico e della gestione della sofferenza”. “Questa iniziativa è nel solco di una sanità sempre più umanizzata alla quale lavoriamo in diversi ambiti - ha detto il direttore del presidio ospedaliero aretino, Massimo Gialli – e noto con piacere che è davvero chiaro ai ragazzi come possono contribuire con la vivacità dei colori e le loro belle opere, ad alleviare le sofferenze psicologiche dei pazienti”. Il Calcit ha fatto da collante per questa esperienza, grazie alla sua esperienza e attenzione alle esigenze verso i pazienti più fragili. “Tutto ciò che rende migliore la vita di uomini e donne che sono in cura – dice Giancarlo Sassoli, presidente del Calcit – a noi interessa: dall’acquisto di strutture e macchinari, alla organizzazione del servizio scudo, e non di meno ad assistere la scuola in questo progetto di partecipazione attiva”.
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