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Arezzo Fiere e Congressi. Ghinelli: "Il de profundis lo recita Rossi"

E' il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli a commentare la recente decisione della Regione Toscana che coinvolge direttamente il futuro del polo fieristico cittadino. Come noto, l'amministrazione fiorentina detiene il 37,4 per cento delle quote...

E' il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli a commentare la recente decisione della Regione Toscana che coinvolge direttamente il futuro del polo fieristico cittadino.

Come noto, l'amministrazione fiorentina detiene il 37,4 per cento delle quote della società.

E' stato direttamente l'assessore regionale Vittorio Bugli ad annunciare l'intenzione da parte dell'ente di cedere le proprie quote.

Una scelta che ha trovato subito le reazioni del mondo politico, economico ed imprenditoriale aretino. Primo tra tutti il primo cittadino. Arezzo Fiere e Congressi, la Regione Toscana lascia "Leggiamo il comunicato dell’'assessore regionale Bugli circa la dismissione delle quote del polo fieristico aretino in mano alla Regione Toscana e restiamo almeno stupiti della notizia, che peraltro non fa altro che dare conto di decisioni già prese dalla Regione in dicembre - commenta Ghinelli - Non possiamo che commentare negativamente tale decisione almeno per due motivi. Innanzitutto per la mancanza assoluta di condivisione del percorso decisionale adottato e tenuto sotto traccia fino ad oggi, la delibera del Consiglio è infatti del 21 dicembre, e ironia delle date, segue solo di un mese il decreto n. 183 del 22 novembre che ha affossato più di quattromila risparmiatori aretini proprietari di azioni subordinate emesse da BancaEtruria. Nessuno ad Arezzo sapeva della decisione del Consiglio Regionale, nemmeno i vertici della Camera di Commercio, nemmeno la Provincia sapeva nulla, alla faccia della condivisione dei percorsi decisionali con gli enti territoriali, pure loro soci di Arezzo Fiere e Congressi.

Ma i nostri rappresentanti in Consiglio Regionale dove erano?

Che azioni hanno intrapreso per evitare questa ennesima mazzata che coinvolge una struttura strategica per il territorio aretino, che sta ancora leccandosi le ferite inferte da una crisi che non ha egli stesso determinato? Illuminanti le indicazioni contenute nella Relazione Tecnica al Piano di Razionalizzazione delle Società Partecipate che definisce il Documento di Pianificazione Strategica “scadente” e “inadeguato alla criticità della situazione finanziaria”.

Si noti che quando il Comune ha sollevato dubbi circa l'’efficienza della gestione della struttura del Centro Affari i soliti noti hanno gridato allo scandalo e hanno tentato di delegittimare l'’assessore Merelli reo di aver sostenuto quello che oggi la Regione ha certificato definitivamente. E poi: non sarebbe stato il caso di condividere la cessione di quote almeno con Provincia e Comune? Crediamo che qualsiasi studente del secondo anno di Economia possa capire che vendere il 40% di una società che perde non attira nemmeno un investitore in vena di regalie, mentre mettere in vendita una quota di maggioranza e di controllo del capitale ha un appeal completamente diverso, anche per una società in perdita. Concludiamo ricordando che la strada maestra è da ricercare ancora in una separazione della parte immobiliare di Arezzo Fiere e Congressi da mantenere in capo a Regione, Provincia e Comune, e cedere la sola parte gestionale, al migliore offerente, magari un privato che possa ritrovarvi le opportune economie di gestione, e indirettamente produrre quella valorizzazione del territorio che è il vero obiettivo da perseguire, e del quale la Regione pare essersi del tutto disinteressata".

Il commento di Confesercenti

Ennesimo duro colpo per il territorio. Questa volta arriva dalla Regione Toscana. Il direttore di Confesercenti Mario Checcaglini interviene sulla questione di Arezzo Fiere dopo l’annunciata cessione di quote prevista dalla Regione Toscana. “Se la Regione Toscana metterà sul mercato le quote – dichiara Mario Checcaglini – creerà un bel danno non solo alla struttura fieristica ma all’intera economia aretina”. Per Checcaglini: “si tratta di una scelta sbagliata. A chi se non alla Regione spetta il ruolo di sostenere anche economicamente enti creati per promuovere e valorizzare i territori e le aziende soprattutto in un momento storico in cui le Province non esistono più e si marcia verso l’accorpamento delle Camere di Commercio. Già i Comuni intendono tirarsene fuori dalla gestioni; il rischio è che Arezzo Fiere rimanga una cattedrale nel deserto e proprio in un momento in cui il management era impegnato in un percorso virtuoso di risanamento utile al rilancio”. “Il Presidente Andrea Boldi negli ultimi anni ha ben lavorato –aggiunge Checcaglini – e la città ha riposto tante attese nel polo fieristico di via Spallanzani. Per il futuro se la Regione non avrà un ruolo difficilmente ipotizziamo la sopravvivenza di Arezzo Fiere. Ci domandiamo chi se non la Regione deve rimanere a fianco di Arezzo Fiere realizzato per promuovere e valorizzare il territorio”.

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