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Domenica, 28 Aprile 2024
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Approvata la mozione del Consiglio Regionale: via libera al restauro conservativo con cambio di destinazione d'uso

Il tema non è dei più semplici, ma merita di essere trattato con attenzione, perché la giusta comprensione dello stesso potrebbe portare ripercussioni molto favorevoli nel settore dell’edilizia, in profonda sofferenza da ormai quasi un decennio...

Il tema non è dei più semplici, ma merita di essere trattato con attenzione, perché la giusta comprensione dello stesso potrebbe portare ripercussioni molto favorevoli nel settore dell’edilizia, in profonda sofferenza da ormai quasi un decennio.

Partiamo dunque dall’inizio.

Nella cosiddetta “Manovrina Correttiva”, approvata in via definitiva il 15 giugno a Palazzo Madama, è stato inserito un emendamento che modifica un determinato articolo del DPR 380/01, più noto come Testo Unico dell’Edilizia. Secondo la variazione inserita si introduce la possibilità di ottenere il cambio di destinazione d’uso anche quando si eseguono lavori di Restauro e Risanamento Conservativo, risultato che fino a oggi era quasi impossibile ottenere.

Spieghiamoci meglio e facciamo un ulteriore passo indietro. Siamo a fine maggio quando la Corte di Cassazione, con sentenza n. 6873/2017, sancisce prima di tutto che il cambio di destinazione d’uso debba essere considerato un intervento edilizio pesante e, come tale, assoggettabile a Permesso di Costruire, e secondariamente che tutti gli interventi relativi a Restauro e Risanamento Conservativo debbano tendere al mantenimento della destinazione già in essere o, se diversa, comunque compatibile con quella originaria.

Il panico non aveva tardato a farsi sentire, soprattutto tra le fila degli Architetti di Firenze, i quali, si sa, con il restauro e la conservazione del patrimonio edilizio hanno spesso a che fare.

È intervenuto il Governo in “persona” a risolvere la tensione, cambiando, per l’appunto, il famoso articolo a cui abbiamo fatto accenno nel primo paragrafo e, in sostanza, variando la definizione di Restauro e Risanamento Conservativo, rendendo di più facile ottenimento il cambio di destinazione d’uso.

Il Consiglio Regionale della Toscana non ha fatto passare neanche una goccia d’acqua sotto i ponti e nella stessa giornata ha approvato una mozione che impegna la Giunta ad apportare quanto prima le dovute modifiche al Testo Unico in materia di Edilizia, al fine di rendere effettive fin da subito le novità.

Ma in termini pratici che significa tutto ciò?

Attenzione che ora arriva la parte veramente interessante, perché quello che vi abbiamo descritto non è altro che il possibile iter grazie al quale il cambio di destinazione d’uso degli edifici dei centri storici delle nostre città d’arte e delle abitazioni più tradizionali delle nostre campagne può diventare una realtà.

La Toscana è, infatti, una regione che possiede un patrimonio edilizio unico e la quasi totalità degli edifici più storici di città come Firenze e Siena, tanto per citare le due più famose, è soggetta a vincolo ambientale e, quindi, a lavori edilizi normati secondo il famoso articolo che è stato variato e che fino a oggi impediva, ad esempio, che un immobile commerciale potesse diventare un’abitazione o un garage potesse essere trasformato in laboratorio.

Ciò potrebbe portare, non appena i professionisti avranno ben compreso i confini entro i quali muoversi, a un boom di richieste per lavori di Restauro e Risanamento Conservativo che abbiano come obiettivo finale il cambio di destinazione d’uso, con un conseguente e decisivo incremento del valore dell’immobile.

C’è dunque da prevedere un’ulteriore impennata del già florido mercato dei mutui, a tasso fisso (vedi https://www.calcoloratamutuo.org/guida/mutui-tasso-fisso ) o a tasso variabile che siano, che, grazie ai tassi ai minimi storici, ha già segnato numeri da record nel 2016 e nel primo semestre del 2017.

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