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Si apre Porta Ferdinanda. Carboni: "Sotto a quel portone sono passate tante lance d'oro"

Il restauro ha coinvolto il tratto che va dalla recinzione del campo da calcio conosciuto come “gioco del pallone” al bastione che delimita il varco di accesso alla scuola Pio Borri

E' la porta d'accesso al cuore nevralgico del quartiere di Porta Sant'Andrea.
Sotto al suo arco, per secoli, sono passati fiumi di aretini.
Oggi Porta Trento Trieste, o come si chiamava in antichità Porta Ferdinanda, torna a fare bella mostra di sé dopo essere stata per lunghi mesi nascosta dietro ad impalcature e tendaggi.

L'amministrazione comunale, insieme a tutto il mondo della Giostra del Saracino, ha tagliato il nastro, anzi spalancato il portone del mastodontico accesso che da via Trento e Trieste conduce in piazza San Giusto e via Garibaldi.

Porta Trento Trieste torna all'antico splendore: eccola fresca di stucco

Il restauro ha coinvolto uno tratti più imponenti ed esteticamente pregevoli della cinta muraria cittadina ovvero, quello che va dalla recinzione del campo da calcio conosciuto come “gioco del pallone” al bastione che delimita il varco di accesso alla scuola Pio Borri.
Una zona frequentata fin dai primi decenni dell’Ottocento quando le folle vi si radunavano per assistere al gioco del pallone con bracciale, sport altamente competitivo e sentito dalla popolazione dell’epoca. Oggi, la frequentazione è più legata al Saracino, alla presenza di locali della movida e al fatto di essere uno degli ingressi pedonali al centro storico e alla zona di Sant’Agostino e del Corso. 

Nel 1816, il progetto della via Anconetana comportò la necessità di aprire, oltre alle quattro già esistenti della cerchia medicea, un’ulteriore porta che prese il nome di Porta Ferdinanda, in onore del granduca Ferdinando III. 

L’intervento di restauro di quest’ultima ha riguardato innanzitutto la parte in pietra, le lapidi e le iscrizioni presenti sui fronti e sullo stemma ubicato sopra al timpano del fronte principale. Sono stati poi rimossi i precedenti intonaci, sottoposti a infiltrazioni di acqua e umidità, e rifatti con materiali ad altissima porosità e traspirabilità, tinteggiate le pareti, i soffitti e il percorso pedonale e infine è toccato al grande portone in legno a due ante. Che adesso è tornato al suo posto dopo l’intervento di un laboratorio veneziano che lo ha accuratamente ripulito, sostituendo inoltre le parti deteriorate, rafforzando i cardini e la struttura complessiva, riproducendo la patinatura originale. 

Capitolo sicurezza: una telecamera “guarda” oramai da mesi il portone dal semaforo collocato in cima a via Trento e Trieste, una nuova telecamera da piazza San Giusto, e questa controlla anche via delle Mura e si affianca a una già esistente nella piazza medesima e risistemata ad altezza adeguata per evitare che le piante ostruiscano le riprese. Una quarta telecamera grandangolare, nuova, riprende a 360 gradi il passaggio pedonale ed è all’interno di quest’ultimo.

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