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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Amianto in via Malpighi, lettera aperta ai consiglieri. Raccolta firme a quota mille

Una lettera aperta ai consiglieri comunali è stata spedita dal Sunia, il sindagato degli inquilini e degli assegnatari della Cgil di Arezzo insieme al comitato No Amianto di via Malpighi e lunedì 24 proprio a loro chiederanno di firmare la...

Una lettera aperta ai consiglieri comunali è stata spedita dal Sunia, il sindagato degli inquilini e degli assegnatari della Cgil di Arezzo insieme al comitato No Amianto di via Malpighi e lunedì 24 proprio a loro chiederanno di firmare la petizione perché il gazebo sarà allestito in piazza della Libertà durante il consiglio comunale. L'obiettivo è quello di riuscire ad ottenere in tempi brevi la sostituzione della copertura in eternit del caseggiato delle Case Popolari di via Malpighi.

La raccolta delle firme, indirizzata principalmente al sindaco del Comune di Arezzo, ente proprietario delle Case Popolari, sta già superando le mille adesioni.

“Raccoglieremo altre firme, e le chiederemo anche ai consiglieri, che andranno ad aggiungersi alle 1.000 già ottenute – annuncia Fabio Buricchi, Segretario del Sunia. E’ una petizione che rivolgiamo al Sindaco Ghinelli e sulla quale, in questi giorni, abbiamo informato capigruppo e consiglieri. Il tema è quello della copertura in amianto delle case popolari di via Malpighi che, dal 13 luglio scorso, è alla ribalta della cronaca ma non delle azioni concrete. La mancata disponibilità degli assessori regionali alla casa, Vincenzo Ceccarelli e alla sanità, Stefania Saccardi non ha consentito di tenere l’incontro promosso dal Sindaco su nostra richiesta per poter costruire un percorso positivo. Ma noi andiamo avanti e lo faremo fino a quando l’ultima lastra di amianto sarà sul tetto. Da qui la decisione di una petizione al Sindaco quale proprietario dell’immobile e all’autorità sanitaria. Il Comune è (era?) utilizzatore di parte della struttura, anche se, proprio in questi giorni, gli uffici comunali sono stati trasferiti e i locali chiusi. Questa decisione aumenta la preoccupazione degli abitanti”.

Nella petizione si chiede che il Sindaco

“si impegni a fondo per la rimozione e la bonifica dell’amianto presente nelle case popolari di Via Malpighi. Che si adoperi, inoltre, a predisporre un piano di monitoraggio immediato, basato su un documentato e aggiornato programma di controllo e manutenzione del suddetto tetto, che per fare questo il Comune si avvalga di un esperto che dia una valutazione tecnica dello stato di conservazione della copertura in cemento-amianto, nonché di tutte le strutture in cemento-amianto presenti sul territorio. Inoltre si chiede che si mettano a conoscenza i cittadini sugli effetti della presenza di amianto in Città. Prioritaria è la programmazione seria e puntuale di un risanamento, di una manutenzione, di un intervento complessivo in tutte le case popolari presenti nel territorio aretino che siano bisognose di detti interventi riparativi”.

Sunia e Comitato ribadiscono di non essere preoccupati solo per via Malpighi ma anche per la gran quantità di amianto presente sia nelle abitazioni private che negli edifici pubblici.

“Per questo chiediamo un monitoraggio della situazione, una campagna di informazione e un piano di risanamento. Siamo altresì preoccupati – conclude Buricchi - di come l’assenza di una politica nazionale e regionale della casa con conseguente mancanza di fondi, renda inadeguata l’offerta di alloggi e quasi inesistente la necessaria manutenzione. Anche per questi motivi, lunedì, chiederemo ai consiglieri di sottoscrivere la nostra petizione e saremo a loro disposizione per incontrarli, magari in via Malpighi, per presentare loro la situazione”.

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La lettera:

Non sarà sfuggita ai consiglieri comunali del comune di Arezzo la questione della copertura in amianto delle case popolari di via Malpighi che, dal 13 luglio scorso, è alla ribalta della cronaca. Per chi avesse perso qualche aspetto della questione alleghiamo una breve sintesi degli eventi.

Purtroppo, la mancata disponibilità degli assessori regionali, alla casa (Vincenzo Ceccarelli) e alla sanità (Stefania Saccardi) non ha consentito di tenere l’incontro promosso dal sindaco su nostra richiesta, per poter costruire un percorso positivo.

Per quanto ci riguarda non abbiamo intenzione di desistere fin quando l’ultima lastra di amianto sarà sul tetto. Da qui la decisione di una petizione al sindaco, nel rispetto dello statuto anche se, dopo anni, nessuno dei consigli comunali precedenti ha ritenuto di licenziare il previsto regolamento attuativo.

La petizione è rivolta al sindaco quale proprietario dell’immobile e autorità sanitaria, e in qualità di utilizzatore di parte della struttura, anche se, proprio in questi giorni, gli uffici comunali sono stati spostati e i locali chiusi. Questa decisione aumenta la preoccupazione degli abitanti.

Come cittadini non ci preoccupiamo del solo nostro tetto, ma anche della gran quantità di amianto presente dentro e sopra le nostre case e negli edifici pubblici. Per questo chiediamo un monitoraggio della situazione, una campagna di informazione e un piano di risanamento.

Siamo altresì preoccupati di come l’assenza di una politica nazionale e regionale della casa con conseguente mancanza di fondi, renda inadeguata l’offerta di case e quasi inesistente la necessaria manutenzione.

Riteniamo che le richieste siano di buon senso e civiltà e ci piace pensare che la vostra sensibilità sarà tale da ottenere la vostra adesione alla petizione da noi promossa e un vostro impegno in tal senso. Una vostra firma sarebbe un grande segnale per coloro che rappresentate.

Per favorire la raccolta delle vostre firme, una nostra delegazione sarà presente al prossimo consiglio comunale con il modulo di adesione.

Per una maggiore informazione dichiariamo la nostra disponibilità ad un incontro con voi anche in via Malpighi. Ringraziando per l’attenzione che vorrete dimostrare alla questione, distinti saluti.

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Il riepilogo della vertenza secondo il Sunia:

Il problema della copertura in amianto delle case popolare di Via Malpighi è esploso il 13 luglio 2016 a seguito della tempesta che ha fatto precipitare e sfaldare alcuni pannelli di cemento amianto. Ciò ha reso evidente un problema già noto da tempo tanto che oltre 3 anni prima Arezzo Casa si era impegnato ad interventi precauzionali di bonifica. Il pronto intervento della ASL ha valutato il rischio dei pannelli caduti proponendone la rimozione in sicurezza cosa avvenuta a seguito di ordinanza del sindaco. Sopra le abitazioni, tuttavia, è rimasta una copertura di oltre 3.000 metri quadrati di eternit che nessuno si è mai preoccupato di esaminare o, quanto meno, gli abitanti, fino ad oggi, non hanno mai avuto notizie di verifiche nei 30 anni di vita della costruzione. La legge 257/1992 attribuisce alla USL il controllo delle parti delle abitazioni in amianto, con particolare agli edifici pubblici. Il successivo decreto attuativo del Ministero della Sanità del 6-9-94 approfondisce la materia richiamando alla particolare attenzione per le coperture in cemento amianto che, a differenza di quello che si trova all’interno degli edifici, “essendo esposto ad agenti atmosferici subisce un progressivo degrado per azione delle piogge acide, degli sbalzi termici, dell’erosione eolica e di microrganismi vegetali. Di conseguenza, dopo anni dall’installazione, si possono determinare alterazioni corrosive superficiali con affioramento delle fibre e fenomeni di liberazione”. Prosegue, poi, riportando gli indicatori da analizzare per valutare lo stato di degrado in relazione al potenziale rilascio di fibre. Con queste premesse essere preoccupati per se stessi e per chi gravita nella zona (scuola media compresa) e cercare la sicurezza è un obbligo. Per tutelarsi gli abitanti hanno costituito un apposito comitato che opera congiuntamente al SUNIA. Quindi sono stati coinvolti il Sindaco, gli assessori regionali alle politiche abitative, Vincenzo Ceccarelli, e alla Sanità (Stefania Saccardi) e il presidente di Arezzo Casa, chiedendo un incontro congiunto. Il Sindaco di Arezzo ha cercato di convocare l’incontro richiesto. Purtroppo gli assessori regionali, pur dichiarando la loro disponibilità, non hanno potuto accogliere le date prospettate dal Sindaco per impegni improrogabili. Stiamo ancora aspettando di conoscere una data possibile. Nell’attesa SUNIA e Comitato non sono rimasti fermi. La forte precipitazione del 30 e 31 agosto, ha accresciuto la preoccupazione, tanto da far richiedere l’intervento della USL per verificare l’integrità della copertura in pannelli in cemento amianto. Il sopralluogo, tenutosi il 7 settembre da funzionari della USL con la presenza di rappresentanti degli inquilini e del SUNIA, è stato rapido e senza effettuare alcuna analisi. La brevissima verifica ha dato luogo ad una relazione, la prima che si conosca, che si conclude con la richiesta di “Rimozione da programmare (entro 3 anni). Le aree danneggiate dovrebbero essere sistemate con interventi limitati, controllo delle aree al fine di evitare danni ulteriori (1 volta l’anno)”. Senza la forte mobilitazione neppure questo dato sarebbe stato acquisito. Tuttavia la relazione non convince. Le conclusioni si basano su una serie di analisi e valutazioni che dovrebbero dare dei valori la cui somma indica il grado di pericolosità. I valori andavano ricavati da analisi dettagliate mentre la verifica è stata solo visiva e breve. Quindi buona parte di questi valori non sono stati verificati e, anziché prudenzialmente utilizzare l’ipotesi più pericolosa, si è utilizzato il punteggio più basso. Quindi, il pur grave risultato sarebbe ancora peggiore se fossero stati utilizzati valori reali anziché ipotizzati. Per completezza di informazione, i rappresentanti degli abitanti sono stati informati sulla possibilità di far fare una valutazione da un consulente accreditato; ovviamente con spese a carico dei richiedenti. Gli stessi rappresentanti sono rimasti interdetti che l’informazione sia venuta da funzionari pubblici. Tuttavia non è esclusa l’utilizzazione dell’informazione, anche se pretendendo e pagando analisi complete e non approssimative. Sembra che ci siano elementi per concludere che non è possibile dormirci sopra. I 3 anni sono il massimo, ma gli abitanti chiedono che avvenga prima. Non possiamo dimenticare che si tratta di una operazione complessa che richiede tempi lunghi; quindi occorre partire subito. Il Sindaco che è l’autorità sanitaria locale e il proprietario degli immobili oltre che utilizzatore di una parte di essi, con i suoi poteri ha emesso l’ordinanza per la rimozione immediata dei pannelli caduti e pericolosi. Forse oggi dovrebbe avviare i provvedimenti che portino alla rimozione del tetto almeno nei termini massimi indicati dalla USL. Un ritardo potrebbe far scattare l’omissione di atti d’ufficio. Nel frattempo sono stati spostati gli uffici delle assistenti sociali già ubicati in quegli ambianti. Non sappiamo se per preoccupazione sanitaria o per altre motivazioni. Ma è evidente che il fatto aumenta la preoccupazione. Il Comitato e il SUNIA aspettano che i politici si muovano, che gli assessori regionali alle infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli e alla sanità, Stefania Saccardi diano rapidamente la disponibilità e una data per l’incontro che il sindaco di Arezzo, su richiesta dei rappresentanti degli abitanti, ha programmato senza poterne dar seguito. Per ricordare l’impegno di partecipare ad un incontro, è stato rivolto loro un secondo caloroso invito a trovare un po’ di tempo, anche se tra una inaugurazione e un taglio di nastro, per la sicurezza di 99 famiglie residenti, delle abitazioni vicine. Tra l’altro, adiacente alla struttura, c’è la scuola media. Le autorità scolastiche sono state contattate per affrontare congiuntamente la questione, questione che era già stata oggetto di loro interessamento. Intanto la mobilitazione continua e non si fermerà fin quando l’amianto sarà nel tetto. Al momento è iniziata la raccolta firme per una petizione al Sindaco di Arezzo affinché metta la sua autorità a disposizione della soluzione del problema specifico, ma più in generale per l’avvio di un monitoraggio sulla presenza dell’amianto cominciando dagli edifici pubblici per l’avvio di un risanamento dopo 25 anni che l’amianto è fuori legge.

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