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AgrieTour: l'ultimo giorno. Gli stranieri studiano il modello italiano ad Arezzo

Chiusura con conferma del successo dello scorso anno per Agrietour. Oltre 15mila nei tre giorni, dato stabile rispetto al 2014 quando venne registrato un +20% rispetto al 2013, quasi 100 buyer stranieri a conoscere l'offerta agrituristica italiana...

Chiusura con conferma del successo dello scorso anno per Agrietour. Oltre 15mila nei tre giorni, dato stabile rispetto al 2014 quando venne registrato un +20% rispetto al 2013, quasi 100 buyer stranieri a conoscere l'offerta agrituristica italiana, oltre 60 tra convegni, cooking show, incontri, seminari. Sono solo alcuni dei numeri che hanno caratterizzato l'edizione numero 14 di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale che si è chiuso oggi ad Arezzo Fiere e Congressi.

«Il successo di questa fiera non va misurato solo nei numeri, comunque in crescita, dei visitatori – dice Andrea Boldi, presidente di Arezzo Fiere – ma anche e soprattutto con la qualità dei contenuti offerti in tre giorni agli espositori, agli operatori e agli addetti di un settore che continua a crescere, per questo siamo convinti che Arezzo sia sempre più punto di riferimento per l'agriturismo».

Il presidente Boldi sottolinea anche l'importanza che Agrietour ha per Arezzo. «Oltre a dare prestigio nazionale alla città, dà la possibilità ai piccoli di conoscere e toccare con mano la realtà dell'agricoltura, avere un rapporto diretto con il mondo agricolo». Agrietour, inoltre, ha valorizzato anche un altro settore dell'economia locale, l'oro. «Abbiamo lasciato aperto un padiglione di Oro Arezzo per dare la possibilità ai visitatori di Agrietour di poter apprezzare una delle altre eccellenze produttive del nostro territorio, un esperimento apprezzato e riuscito».

Eccellenze premiate da Enogà. Ieri sera è stato assegnato il premio internazionale Enogà per l'eccellenza nel mondo agroalimentare. Ad essere premiati dal presidente di Enogà, Giorgio Menna, sono stati “Agrietour”, il Salone Nazionale dell'Agriturismo (categoria eventi), Gino Fabbri, miglior Pasticcere d'Italia (categoria chef dell'anno) e il Birrificio Amarcord di Rimini (categoria prodotto). Il premio, come ha ricordato il suo ideatore, Giorgio Menna, «nasce nel 2000 ed ha come scopo principale quello di sottolineare, in modo forte e tangibile, il riconoscimento del lavoro svolto da uno chef, da un produttore dell’agroalimentare, da un ricercatore, da un opinion leader, da un editore, da un giornalista, da una manifestazione e da tutti coloro i quali si sono contraddistinti nella cultura e nella salvaguardia dei territori e dei giacimenti enogastronomici».

AgrieTour vetrina per i buyer stranieri. Agrietour è una manifestazione pensata anche per la domanda straniera e per la formazione. La domanda che arriva dall'estero è importante il mercato del turismo all'aria aperta. È per questo che AgrieTour è anche il momento di incontro tra domanda e offerta con il workshop internazionale. Una selezionata presenza di buyer specializzati, quasi 100, provenienti da tutto il mondo e interessati a scoprire le novità dell’offerta nazionale del settore. Tra i mercati rappresentati per questa edizione, oltre a quelli storici come la Germania, Olanda, Giappone, Russia, Usa, Argentina e Brasile, anche realtà emergenti, tra le quali la Cina, l’India e altri paesi orientali. «L'agriturismo italiano fa scuola, viene preso a modello tanto da diventare un punto di riferimento internazionale per i contenuti, gli aspetti e i valori che si trovano in un agriturismo italiano. Primo tra tutti, la diversità, la non omologazione tipica delle piccole realtà. E poi la familiarità, l'accoglienza, la capacità che i proprietari hanno di far sentire a casa propria i loro ospiti», commenta Carlo Hausmann responsabile tecnico di AgrieTour.

L'Italia raccontata attraverso gli agriturismi. «L’attenzione di operatori, tecnici e pubblico si è concentrata sul nuovo marchio nazionale agriturismo Italia e sul nuovo portale nazionale www.agriturismoitalia.gov.it», commenta Carlo Hausmann. «Questa edizione di Agrietour, focalizzata sui territori e sulla loro offerta, ha dato corpo alla strategia che l’Italia, attraverso il ministero delle politiche agricole, ha messo a punto per lanciare l’agriturismo nel mondo, proponendo un grande viaggio di scoperta dei territori attraverso le aziende agrituristiche.

Con le oltre ventimila unità l’Italia è pronta a raccogliere la sfida di proporre al grande pubblico internazionale la conoscenza di migliaia di mete turistiche di grande qualità, che attendono solo di essere conosciute». Infine, «Grazie alla grande esperienza internazionale accumulata nella promozione del settore orafo nel mondo la Fiera di Arezzo si propone come partner delle aziende e del sistema nazionale per diffondere il modello, i valori e la cultura dell’agriturismo italiano nel mondo».

I master per essere aggiornati sul settore. I master Agrietour 2015 sono stati 9 appuntamenti per un percorso formativo completo sull’agriturismo e la gestione aziendale, dal progetto al management. Ogni lezione è stata condotta da un esperto specialista del settore e realizzati in collaborazione con Universitas Mercatoru

Il termine agriturismo non è più tradotto, è una sorta di marchio di fabbrica e il modello italiano degli agriturismi, in particolare quello toscano, fa scuola nel mondo. Anzi, Israele lo ha proprio preso come esempio per costruire il futuro della agricoltura del Paese. «L'agriturismo italiano è considerato un esempio da seguire nel mondo. La considerazione parte dal fatto che crea lavoro stabile in situazioni anche difficili, è uno strumento di promozione sociale, fa in modo che si faccia turismo anche in aree considerate poco agevoli in quanto fuori dalle vie di comuicazione, lontane delle grandi città d'arte. Ma anche perché conserva un patrimonio esitente tramandandolo sia per quanto riguarda l'edilizia rurale, sia per la struttura produttiva dell'agricoltura che rischierebbe di scomparire», spiega Carlo Hausmann coordinatore tecnico di AgrieTour.

Israele guarda all'Italia e alla Toscana per lo sviluppo agricolo. «Gli altri Paesi del mondo ci hanno studiato in quanto hanno visto le nostre qualità di aziende che si trovano in collina e in montagna e non vicino alle città, strutture che utilizzano molto lavoro femminile e attirano i giovani». Il modello italiano è stato analizzato da organismi dell'America Latina, dell'Est Europa e dell'Oriente, Cina compresa, Nord Africa e Israele. «Israele ha chiesto e ottenuto un progetto di cooperazione con l'Italia sulllo sviluppo rurale, il modello italiano è quello che considerano il migliore al mondo». Israele ha proprio vissuto in prima persona l'esperienza italiana. «Hanno fatto quattro missioni in Toscana, anche l'allora ministra dell'agricoltura, per verificare di persona come funzionano le aziende. I risultati sono stati così positivi che nella Galilea del Nord all'ingresso di una azienda agrituristica un cartello stradale recita “la Toscana in Galilea” per richiamare accoglienza, buon vivere, buona cucina».

Poche regole e semplici, il modello italiano che viene esportato. Quello che funziona e che viene copiato dagli altri Stati sono quegli aspetti alla base della normativa italiana sugli agriturismo a partire dalla classificazione per arrivare alla formazione e allo snellimento della burocrazia. «Gli aspetti in particolare sono tre, la connessione, la prevalenza e la tasazione che sono considerati un modello in quanto semplici e applicabili facilmente in tutto il mondo». Hausmann spiega questi tre aspetti. «Per connessione l'Italia intende che in agriturismo si possono fare solo attività direttamente connesse con la produzione agricola. Quindi niente discoteche, piste di go kart o vilaggi turistici. Con prevlalenza si intende la prevalenza dell'attività agricola rispetto al turismo. Con semplici tabelle viene calcolato il tempo dedicato alle varie attività. Infine la tassazione che prevede un 25% forfettario su tutto ciò che viene incassato».

Piccolo e diversificato, la forza dell'agriturismo made in Italy. Nonostante gli anni di crisi, il settore ha sempre continuato a crescere, lentamente, ma omogeneamente su tutto il territorio. «Certo una crescita in forme diverse perché ogni zona ha un suo progetto originale. È questo sistema, basato sulla somma di cose particolari che crea interessa nel mondo dove invece i progetti sono molto grandi, tutti uguali, omologati».

Le cinque chiavi per aprire gli agriturismi. E per valorizzare e promuovere gli agriturismi italiani, il portale www.agriturismoitalia.gov.it punta su cinque chiavi di accesso, cinque critiri per la scelta. Si tratta di «vivere la campagna, per una esperensiza attiva dove l'ospite è protagonista; mangiare tipico che riunisce tutto il tema dell'enogastronomia compreso imparare a cucinare; benessere nella natura dove al centro non ci sono le spa, ma un concetto autentico di stare bene nell'attività all'aria aperta nel mangiare sano; un luogo per le famiglie in molti si stanno specializzando per accogliere bambini e genitori e fare viveder loro esperienze insieme con l'agriturismo che si affianca alle 3mila fattorie didattiche; ospitalià a misura d'uomo dove il grande cavallo di battaglia è l'accoglienza, vivere la vita stessa della fattoria».

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