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Agenti penitenziari in stato agitazione. Mensa disertata per protesta

Ogni turno va dalle 6 alle 9 ore continuative con un notevole carico psicofisico

Hanno scelto di disertare la mensa nel tentativo di indurre i vertici a prendere in considerazione le motivazioni che li hanno portato sul piede di guerra. Proseguono le manifestazioni di protesta da parte degli agenti penitenziari del carcere di Arezzo che, soltanto lo scorso 14 febbraio, hanno aperto lo stato di agitazione. Le motivazioni sono da rintracciare in una politica che, a detta dei rappresentanti sindacali, mortificherebbe il delicato lavoro svolto dagli agenti. In questo contesto particolare scalpore ha suscitato l'ordinanza attraverso la quale il provveditore regione ha reso obbligatorio assolvere a delle missioni all'interno del carcere di Siena. Un indirizzo giustificato con la scarsità di personale operativo all'interno della casa circondariale senese ma che, secondo i sindacalisti aretini, potrebbe celare un disegno differente volto a penalizzare la realtà cittadina identificata come di bassa affluenza.  

"Obbligati a lavorare a Siena". Agenti penitenziari in rivolta

"Non abbiamo avuto alcuna risposta alle nostre istanze e questo è inaccettabile - spiegano gli agenti della penitenziaria di Arezzo - non possiamo permettere che i propri diritti, i diritti dei lavoratori, siano calpestati. Il nostro è un compito delicato, di fondamentale importanza per l'ordine pubblico e l'intera società e per questo, responsabilmente, non incrociamo le braccia e non interrompiamo il servizio. I turni di 6-9 ore consecutive a cui siamo sottoposti sono ormai eccessivamente gravosi, soprattutto considerato il carico psicofisico che richiede il nostro lavoro. Oltre a questo l'amministrazione scavalcando gli adempimenti in materia sindacale, ha imposto un provvedimento che obbliga i dipendenti a turno e al bisogno a spostarsi nella struttura di Siena per una settimana h24, al fine di far fronte alla carenza di personale, senza tener conto che così facendo sottopone gli agenti ad un carico, insostenibile, danneggiando nel contempo l'andamento della struttura di Arezzo. In risposta all'apertura dello stato di agitazione del 14 febbraio scorso il provveditorato ha congelato è differito a data da destinare ferie e riposi programmati. Ci vediamo costretti - concludono Cgil, Cisl, Uil e Cnpp - a dimostrare il nostro profondo disaccordo e disappunto disertando la mensa, un gesto mortificante che speriamo induca l'amministrazione finalmente al confronto costruttivo con le rappresentanze del personale”.

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