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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Acquedotto Vasariano, presto potrebbe essere pubblicato il bando per i lavori

C'è un accordo chiuso in un cassetto dal 2014 che sta per tornare alla luce. Un accordo che ha per protagonista l'acquedotto vasariano. Cinquantadue archi creati per portare acqua da Cognaia a piazza Grande. Un gioiello architettonico, vero e...

C'è un accordo chiuso in un cassetto dal 2014 che sta per tornare alla luce. Un accordo che ha per protagonista l'acquedotto vasariano. Cinquantadue archi creati per portare acqua da Cognaia a piazza Grande. Un gioiello architettonico, vero e proprio bene storico da valorizzare, che con la giusta manutenzione permetterà di far scorrere di nuovo acqua laddove non arriva più. Come ad esempio fino alla fontana di Piazza Grande o fino al laghetto del parco di Villa Severi, che ogni estate si prosciuga.

Con il sopralluogo di ieri insieme ai Vigili del Fuoco, il primo rettore della Fraternita PierLuigi Rossi, ha chiaramente mostrato di volersene prendere cura al più presto. Dal canto suo l'amministrazione comunale non affronta la cosa a cuor leggero: "E' una manutenzione che va fatta - afferma l'assessore Gamurrini - per questo servirà un bando per affidare i lavori. Se partiamo subito ci vorrà almeno fino alla primavera per partire". Ovvero verso la stagione migliore per compiere lavori all'aperto, che comprendano restauri esterni e manutenzione di tipo tecnico.

Ma cosa prevede l'accordo stipulato circa due anni fa? La Fraternita dei Laici è proprietaria dell'intero acquedotto, ma dal 1800 il Comune di Arezzo ha un diritto di enfiteusi, cioè può godere della proprietà, ma ha il dovere di migliorare il bene stesso. Con l'accordo siglato due anni fa, la Fraternita si è impegnata a provvedere ai lavori pagandoli subito e il Comune le restituirà l'intera cifra spesa in 10 anni. Il costo dei lavori previsto è di circa 350mila euro.

Intanto il primo rettore Rossi ha iniziato a fare le verifiche scoprendo che probabilmente l'acqua non arriva fino a piazza Grande a causa di due piante che, cresciute molto, ne bloccano lo scorrimento. Non resta che toglierle, un lavoro tutto sommato semplice rispetto a quanto necessario per recuperare l'intero acquedotto.

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