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Abusivismo: 'giro d'affari' da oltre 13 milioni di euro. Confesercenti: "Regole anche per il Mercato delle Pulci"

Il volume d'affari generato dal commercio abusivo, nella sola provincia di Arezzo, si aggira attorno ai 13 milioni di euro. Quotidianamente invece, sono 100 i venditori abusivi "stazionari" che commerciano la propria mercanzia porta a porta oppure...

Il volume d'affari generato dal commercio abusivo, nella sola provincia di Arezzo, si aggira attorno ai 13 milioni di euro. Quotidianamente invece, sono 100 i venditori abusivi "stazionari" che commerciano la propria mercanzia porta a porta oppure agli angoli delle strade della città.

Il grido d'allarme arriva da Confesercenti Arezzo che, dopo le numerose fiere che hanno popolato gli ultimi weekend, chiedono aiuto all'amministrazione e alle forze dell'ordine locali.

"Servono controlli più severi e regolamentazioni maggiori - ha sottolineato il direttore di Confesercenti Mario Checcaglini - la situazione sta degenerando e causando non pochi problemi ai venditori ambulanti regolari".

conferenza_abusivismoAd Arezzo, per le strade della città, in base ad un monitoraggio a campione di Anva Confesercenti, compiuto in alcuni giorni del mese in media sono stati segnalati quotidianamente 25 venditori abusivi. Un numero che cresce in occasione di manifestazioni come la Fiera Antiquaria e la Fiera del Mestolo e il sabato attorno all’area del mercato di via Giotto.

rogialli_angiolo“Un dato preoccupante – ha detto Angelo Rogialli rappresentate dell’Anva – che mette a serio rischio chi ha scelto di fare questo mestiere in modo onesto. Il fenomeno aretino è solo una parte di un problema generalizzato in tutta Italia dove addirittura il evidenziare il giro di affari sale a 1,8 miliardi di euro”.

Altrettanto preoccupante è la stima che comprende la quantità di tasse evase dai venditori abusivi. Soltanto nel territorio aretini si parla di circa sei milioni e mezzo di euro mentre sono 941 quelli mancanti a livello nazionale. "Ma non solo - spiega Checcaglini - i 13 milioni, se in ipotesi fossero recuperati per intero da aziende ambulanti, ipotizzando un fatturato medio pari a euro 200 mila, significa che potremmo avere ben 60-70 aziende in più di quelle che abbiamo”.

Ad Arezzo le aree monitorate per effettuare l’indagine di Anva sono state Corso Italia, la zona che gravita intorno all’ospedale San Donato, il mercato settimanale di via Giotto ma il fenomeno si moltiplica in occasione delle importante manifestazioni fieristiche dove puntualmente le fiere sono invase dagli abusivi. checcaglini_mario“Accade in Fiera Antiquaria – spiega il direttore Mario Checcaglini – alla fiera del Mestolo, ma anche in Valdarno alla fiera del Perdono e in Valtiberina alla fiera di Mezza Quarisema solo per fare alcuni esempi”. Tra le merceologie di prodotti distribuiti dai venditori a spiccare sono gli ombrelli, le cover di cellulari, le borse, le calzature, e oggettistica varia oltre a accessori per pc. Una situazione insostenibile che spinge l’Anva Confesercenti a chiedere maggior attenzione. “Gli ambulanti – dice Checcaglini – hanno bisogno di essere salvaguardati. L’Anva chiede quindi maggiori controlli da parte degli agenti di Polizia Municipale sia in città che nei comuni di tutta la Provincia, ma anche intervento della Guardia di Finanza. Inoltre c’è bisogno di una maggior sensibilizzazione dei consumatori”. gori_lucio1I dati aretini indicano anche la situazione attuale degli ambulanti regolari: “Al 30 settembre – spiega Lucio Gori responsabile del sindacato degli ambulanti – in provincia, gli iscritti alla Camera di Commercio, sono 830 di cui 399 stranieri. Tra gli stranieri regolari le principali nazionalità sono di provenienza dal Bangldesch, Cina e Marocco. A livello nazionale gli imprenditori stranieri sono ormai il 51%. A preoccupare però l’Anva è l’ipotesi che diventare ambulante sia la scorciatoia per restare in Italia e ottenere il permesso di soggiorno ed è anche per alzare l’attenzione che oggi abbiamo presentato il dossier in tutta Italia. Ad Arezzo inoltre c’è diffidenza nei confronti del proliferare dei mercatini siano di solidarietà che degli hobbisti. C’è poi il problema del Mercatino delle Pulci. Non possiamo fare finta che non esista. È l’esempio di come una iniziativa nata dal nulla, con l’intenzione di svuotare le cantine e far arrotondare il bilancio delle famiglie, si sia trasformata in una fiera che si pone in concorrenza sleale con gli ambulanti”.

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